Lo avevano detto, ma non ci avevo creduto.
Temperature in diminuzione, da giovedì cambia la solfa, Bernacca
pederasta... questi i principali titoli meteo degli ultimi giorni, e salvo che per la definizione di Bernacca, sulla cui
natura andrebbe comunque
indagato a fondo, sembrerebbero averci preso per davvero.
Almeno a giudicare dal risveglio gavettone di oggi.
Intanto mi sveglio, che dopo ieri sera è già
qualcosa, con un
vampiro sul letto che mi accarezza e stampa bacini e spergiura che
"tivogliodavverobene".
Mi fa piacere,
signorina Nosferatu, ciò non toglie che al mattino io c'ho
l'alzabandiera come il 95% dei maschietti che conosco e più che volerle davvero bene tendo a ragionare su cose
depravate.
Lì per lì, infatti, penso all'eventualità di proferire una frase tipo "Mi fai un pompino,
per piacere?" ma è solo un attimo: è noto che nella sfera sessuale il
galateo è
controproducente, quindi dovrei per forza togliere il "per piacere" alla fine, per ottenere l'effetto desiderato.
Resisto alla tentazione: a stento, ma resisto e aspetto che questo
afflato romantico si spenga per alzarmi dal letto.
Il resto, come si dice, è
storia nota: il tragitto casa-metropolitana di ogni mattina, compiuto sotto il diluvio universale con la consueta accoppiata magliettina maniche corte-pantapusher (
il pantapusher è quel pantalone di materiale un po' leggero, nda) e un cappello che mi fa assomigliare tremendamente a
Sampei.
Durante lo spostamento ripenso a ieri e mi convinco che i blogger, in fondo, sono
brava gente. Ripenso a
Simone OL che mi fa uscire di casa con un
assestato colpo di telefono mentre stavo riguardando
"I 2 carabinieri", al minimo lasso di tempo che ha separato
Spad dal
rollare non appena ci siamo visti, ai discorsi colti su
Bennato e "Patrizia" di Finardi con
Canta e ai complimenti di
Malapuè per un chiaro di luna.
Davvero, guardiamoci la partita insieme, dico io, che v'importa se
Spad tifa Del Piero? Nessuno è
perfetto!
Ma intanto piove e io devo arrivare all'ufficio, e un
ribaldo esce dal bar stringendo felice un croissant tra le mani.
Crisi di invidia, affanculo il ritardo!
Entro nel bar e
cappuccio e brioche, per piacere.
Con calma, certi momenti vanno gustati con
estrema calma. E con un velo di cacao, per Dio,
ma come fai a immaginarti un cappuccino privo di, mi chiedo?!
Tutto per ritrovarmi nell'unico angolo dell'ufficio che mi strappi un sorriso: il
balconcino dei fumatori. In solitaria, visto le condizioni metereologiche.
E lì penso che
scriverò un post sulla pioggia. Sisisisi, farò proprio così, e parlerò anche della pianta sul mio, di balcone: anche lei gode non poco, quando piove.
L'ho ereditata da
mia nonna quando ho traslocato, si chiama
Miseria perchè è tenace e
cresce ovunque, e io
la odiavo.
Si, la odiavo come tutto quello che ha lasciato mia nonna di suo in quella che è la mia
prima casa da solo e che, figurati se non era così, secondo lei dovevo
custodire gelosamente perchè ci era affezionata.
Nonna, massimo rispetto, ma ti pare che
aspetto 29 anni per trovare un cazzo di posto che sia mio e poi ci tengo
quello che pare a te?! Non esiste
proprio.
L'eredità complessiva consisteva nelle piantine e in un
catafalco di 3x4 metri,
impropriamente definito
armadio. Lui l'ho smontato
a testate durante una
crisi di onnipotenza la scorsa estate, al grido di "o tu o me,
sarcofago di merda", mentre alle piante ho riservato
totale e cinica indifferenza per tutto l'inverno, condannandole di fatto
all'oblio.
Salvo poi ritrovare lei sola,
la Miseria, sopravvissuta a me, alla mia incuria, al gelido inverno milanese.
E allora te lo meriti di vivere,
vecchia mignotta, faccio tanto di cappello e ti prometto che
ti darò acqua tutti i giorni, perchè sei stata veramente
eroica, e io vorrei essere
un po' come te.
Poi me ne
dimentico perchè sono pur sempre
un folgorato, ma va bene lo stesso. Tanto
oggi piove.
Nella foto: la Miseria.