Intelligent life is all around us.

lunedì, luglio 31, 2006

Holy Days.

E così ti rendi conto che è il 31 di luglio.
E tu sei in ufficio.

Rimembri ancora quando da piccolo partivi a fine giugno e passavi un mese al mare e uno in montagna prima di tornare?

Ecco, dimenticalo.

venerdì, luglio 28, 2006

Onirica.


Una panoramica infinita.
Con una dominante ocra.
Presa da sopra un grattacielo.
Un mio caro amico è accanto a me.
Non ci vediamo da tanto tempo.
Parliamo con entusiasmo, sorridendoci.
Sull'orlo dello strapiombo.
Con le gambe che penzolano nel vuoto.

Sul tetto di un altro grattacielo, una vecchia Ford Mustang.
Ocra anch'essa.
Dentro due uomini impeccabili.
Giacca, cravatta e un Borsalino in testa.
Occhiali scuri sul volto.
Sembrano i Blues Brothers, ma in versione terra bruciata.

- Hai visto, Claudio? Stanno guardando noi.
- Già, e noi guardiamo loro.
- È tutto così irreale... vedersi qui, dopo tanto tempo...
- È vero. È passato così tanto dal liceo... tu come stai?

Lui ride.
Di una risata sincera, eppure così triste.

- Dai, che lo sai benissimo.
- Cosa, Teo? Non ti capisco.
- Hai la memoria corta? Eppure un tempo non era così.

Indica la macchina, rimasta lì immobile.

- Perchè non lo chiedi a loro? Loro lo sanno come sto.
- Ma li conosci? Non ti capisco proprio. E non capisco neanche loro.

Davvero: cosa ci fanno i Blues Brothers, in marrone, in cima a un grattacielo?
Mah.

- Sai, Teo, uno dei due sembra River Phoenix.
- L'attore?
- Proprio lui, sì. Ma non era morto?

Lo stesso sorriso triste di prima.
Identico.

- Non ci pensiamo più, vuoi? Abbiamo tante cose da dirci, mi sei mancato.

Mentre lo dice, mi cinge con un braccio.

Dio, da quanto non vengo abbracciato!
Faccio per ricambiare, ma sbaglio.
Lo urto, e lui cade.
Precipita giù.

Sono nel panico, è tutta colpa mia.
Mi sporgo anch'io e cerco di afferrarlo, salvarlo.

Ma è troppo tardi, non si può fare più nulla.
Eppure, mentre lo osservo inabissarsi nel vuoto, mi sorride.
E mi saluta con la mano.

Un attimo prima dell'impatto al suolo distolgo lo sguardo.
Non ho abbastanza coraggio per vedere questo.
Per vederlo ancora.

Istintivamente guardo verso la macchina, ma è scomparsa.

Mi accorgo di non aver sentito alcun tonfo.
Guardo di nuovo giù, col cuore in gola.
Ma anche lui non c'è più: nessun segno per terra, nulla di nulla.

E allora ricordo.

Ricordo come sta, ricordo cosa accadde.
E capisco che i Blues Brothers, in realtà, erano angeli.
E l'hanno portato via, stavolta per sempre.

Abbiamo tante cose da dirci, mi sei mancato anche tu.
Lo faremo, prima o poi.
Ciao.
Nella foto: in loving memory.

DliN DloN.


Comunicazione di servizio: alle ore 20.00 di stasera, in P.le Susa, presso un misterioso localo nomato Bender, si terrà un simpatico ritrovo di gente altrettanto simpatica.

Se anche tu come me vuoi presenziare per sabotare il buonumore altrui, cospargendo di puntine le sedie o inserendo 10 gocce di Guttalax nei bicchieri di Spad e Durelli, non esitare: vieni con tutti i tuoi amici galeotti, sarà uno spasso!

Nella foto: Spad, il mio amico Yakuza; Yakuza, il mio amico Spad. Prima ha detto che tua madre puzza da morire...

giovedì, luglio 27, 2006

Supermassive Blog Hole.

Massì, massì: ognuno faccia della propria pagina l'uso che più gli garba.
Tanto, prima o poi, imploderà anche questo.

E adesso liberate quel cazzo di bagno pubblico, per piacere, che vado ad annegarmi con lo sciacquone.

Anal ogic.


Io sono un grande esperto di tecnologia.

Davvero: ho finito i primi due Tomb Raider, tutti i Resident Evil, Shinobi e Double Dragon, sono arrivato molto avanti in Wonder Boy 2 (poi mi finivano sempre le 200 lire, cazzo!) e ho una squadra fortissima nella Master League di PES 5 (e se tu che leggi sei convinto di essere più forte di me a quel giochino sappi che sono pronto alla battaglia: dimmi dove e quando).

Anche in famiglia il mio feeling con l'elettronica è rinomato: mio padre mi chiama sempre quando deve spedire una mail o programmare il videoregistratore, mia madre addirittura anche per leggere un SMS.

Se mi vedessero scrivere un tag HTML credo che i miei mi acclamerebbero come il nuovo Asimov, se solo sapessero chi cazz'è.

Risulta comunque lampante, per tutte le motivazioni sovracitate, che sono un autentico guru del digitale.

Quindi probabilmente non mi crederete quando vi dirò che non sapevo minimamente di aver inserito la moderazione dei commenti e ci ho messo 4 o 5 giorni per capacitarmene.

Già, è evidente che sto mentendo.

In realtà l'ho fatto solo per depistarvi: perchè non desideravo più commenti arguti che mi rovinassero la fresca imbecillità dei post.
Ora ho deciso di dare a tutti una nuova possibilità, ma mi raccomando: non fatemi fare figuracce, scrivete solo cazzate.
Nella foto: un guru del digitale.

mercoledì, luglio 26, 2006

Zen.


Mia madre è fissata con i concetti New Age.

"Chi ha più testa la usi" (tradotto: fai finta di non capire quando la gente ti prende per il culo), "devi imparare a controllare le emozioni" (tradotto: non ti incazzare troppo quando stai 'usando la tua più testa' dando ragione a uno stupido per convenienza) e altre sul genere sono le uscite che mi hanno influenzato per tutta la crescita.

Ora: sono sinceramente convinto che mia madre sia una persona eccezionale.
Tuttavia le puttanate New Age della "pace e tranquillità con sè stessi" mi fanno uscire di testa.

La puttanata principe consiste in: "devi imparare a star bene con te stesso".
Ecco.

Cioè: se la tua ragazza troieggia col tuo migliore amico (o la ragazza del tuo migliore amico troieggia con te, per dire..), il capo ti affama senza lasciarti diritto all'opinione, un mafiusone da strada ti riempie di ceffoni fottendoti orologio e portafoglio... ecco, tu stai tranquillo che così tutto s'aggiusta.
Di più: tutto questo ti è successo perchè non eri tranquillo con te stesso.

In pratica il mafiusone lo ha capito vedendoti passare, e per il tuo bene ti ha scassato di mazzate, a fini puramente educativi.

Bersagliato da infiniti precetti similari, ho optato per accrescere la mia autostima a livelli vertiginosi: così, tanto per essere sicuro che qualche altro balordo evitasse di sgamarmi che mi faccio menate e m'impartisse nuove lezioni dal costo elevato, sia a livello morale che materiale.

Nel corso del tempo sono così approdato alla megalomania spinta, stato in cui la risposta più civile che ti può uscire fuori nel corso di un pacato confronto dialettico è "taci coglione" e che preclude financo le più elementari forme di amicizia.
Basandomi sulla mia personalissima esperienza, sono arrivato a formulare l'ipotesi che la madre di Hitler lo riempisse in gioventù di pensieri sull'armonia e la quiete interiore, e che quello che è seguito non sia stato altro che una conseguenza diretta di tutto ciò.

Ma la maraviglia di questa summa teoria l'ho compresa solo adesso, al 3° anno di singletudine avanzata: vedi madre, non è che io non stia bene con me stesso, solo che a starci sempre mi rompo tremendamente i coglioni.
Nella foto la risposta di mia madre: il segreto, sta nella misura.

giovedì, luglio 20, 2006

Sofismo, mon amour.

Non c'è nulla di male nel fatto che altri siano più avanti.
Quello che non riesco a tollerare, è di essere io indietro.

mercoledì, luglio 19, 2006

Pisciando dal didietro.


Si appropinquano le vacanze e il mondo continua tranquillamente a procedere au contraire.

Il maiale dà del porco all'ermellino, i contratti a progetto obbediscono alla logica "il mio progetto è fotterti" e ogni tipo di difesa da ciò è mera facciata.

Secondo alcuni studi di mercato, l'uomo italiano è sempre più mammone.
Secondo Novella 2000, Uma Thurman è sempre più maleducata.
Secondo il TG5, la notizia "ritorna Lucignolo, il vostro DJ della notte" va data almeno 15.000 volte l'anno.

Secondo me, bisognerebbe mandare a lavorare un sacco di persone nelle miniere di sale a Golconda.
Tipo gli studiosi del mercato, i giornalisti scandalistici e i mezzobusto dei TG.

Per quanto riguarda Lucignolo, invece, ho una sagace teoria spiralica: per seguire un programma che parla di bella vita®, devi essere un frustrato di prim'ordine, che conduce un'esistenza alquanto merdosa.

Poichè quelli che ti raccontano la bella vita®, possono farla solo perchè i frustrati come te abbondano, perchè non dai libero sfogo alla tua invidia del cazzo e spegni quello stramaledetto schermo, in modo che i vitaioli si sgonfino e riprendano a condurre esistenze merdose quanto la tua?

Puoi anche solo cambiare canale, se proprio non riesci a fare a meno della TV.

Anche con la radio si peggiora: me ne rendo conto ogni volta che incrocio per pura sfiga il programma di Bertallot su Radio DJ.
Una domanda: ma il buon Alessio, per avere quella vocina melliflua, si infila il dito nel culo e lo mantiene per tutta la trasmissione?
No, perchè dall'avvento del porno se ne sentono di ogni ormai...

E poi la gente si vergogna di piangere, che è cosa del tutto umana e salutare, ma si vanta di spendere 3.000€ per un paio di scarpe, che bene che vada è cosa da teste di cazzo e sicuramente non giova alla salute.

Ma tanto il mondo va al contrario: in attesa che anche il ciclo giorno/notte e quello delle stagioni si invertano per assecondare la nostra idiozia palese, non rimane altro da fare che fumarsi una birra e bersi un cannone.
Magari dal culo.
Nella foto: a diggei della notte, ma lo sai dove ti starebbe bene quel disco?!

martedì, luglio 18, 2006

.

Ogni nuovo amore
Ha una tale bellezza
Che anche chi ne rimane escluso
Non può fare a meno di celebrarlo.


Se ora decideste
Di uscire dalla mia casa
Sono certo che
Vi celebrerei ancor di più.

Grazie.

lunedì, luglio 17, 2006

Sono un ragazzo, che come Lui, ama i Police e i King Crimson.


No, niente Beatles e Rolling Stones.

Troppo classici, troppo inflazionati, troppo.
E poi fanno un sacco Doors, e già faccio fatica con i Floyd, figurarsi.

Ma non è questo il punto, bensì:

- Non è che avete già scritto tutto?

- Ma non vi siete annoiati di star qui a leggere blablabla?

Perché in effetti, io non ho nulla da dire.
Salvo forse dilettarvi con un minuto di versi.

Pronti? Partenza, VIA!

Unga munga, Uh-uh-uh, Argh, Pant pant, Puff puff, Sigh sob, Smack, Vroom, Mumble mumble, Kapow, Sgrunt, Zitt zitt, Meow, Gnef, AHHHHH!!!!

Stop, dimentica! Tempo scadutoooohh!!

Del resto, che vi aspettavate in un minuto?!
Grasso che cola! Altrochè!

Pensate se ne avessi avuti due:
due minuti… solo due… minuti per… potervi dire...
Che IO AMO I POLICE!

I POLICE!

Quale sublime follia, quale incredibile miscela di ritmi, influenze!
Dal pop al reggae, dal rock al reggae, dal reggae al reggae.
Attimi e sono più di Bob Marley, loro.
Anzi, più di Alpha Blondie.
Ma che dico?! Di Papa Winnie.

Che poi non fa differenza, se considerate che potrei cantarvi So lonely anche in Swahili. Se mai ne aveste voglia, intendo.
Se no, amen: l’inglese va benissimo.

Anche perché rispetto a unragazzocomelui non sparo ai Viet Cong (e non regalo la chitarra manco per il cazzo, of course), ma rispetto a unragazzonecomeLui ho poche argomentazioni.
Me lo vedo già: severo, di là sopra, che mi guarda scuotendo il capoccione.

Eh no, Musashi, proprio non ci siamo.
Se sapevo che venivi su così, creavo lo Spaturno.


Ma non era onnitutto, luiqui?
Eddai, ma io che centro se non mi diverto? Già non mi diverto, in più devo anche sorbirmi il senso di colpa perché non mi diverto?!
Macheccazzo, si crea uno solo per pretendere da lui gratitudine eterna?!
Manco te l’avessi chiesto io…

E adesso non appigliarti al fatto che abbiamo gli stessi gusti musicali: se io fossi stato in Te, Meneguzzi non l’avrei mai fatto cantare.
Anzi: non l’avrei mai fatto.

Salutami Kurt Cobain, eh…
Nella foto: 21st century schizoid man: ci siamo!

venerdì, luglio 14, 2006

Dopo i supplementari.

C'ho un collega tedesco.
Molto simpatico, ma tifoso della Germania.

Si chiama Oliver, come Bierhoff, e ha anche il cognome che inizia per B.

No, non è Oliver Bierhoff.

Lui, comprensibilmente, dalla semifinale dei mondiali è un po' incazzato.
Noi, è scontato, dalla semifinale dei mondiali lo pigliamo per il culo.

Ogni mattino, gli lasciamo un wurstel bollito sulla scrivania.
In un'ottica di pace tra i popoli, naturalmente.

Oggi, il buon Ollie B. entra tutto soddisfatto: brandendo una copia di metro, sulla notizia di Roberto Donadoni prossimo CT.

Mi annuncia con faccia gongolante:

- Questo qui è mio cugino.
- Prego Ollie?
- Acquisito: mia moglie è la cugina di sua moglie.
- (iniziando già a pigliarlo per il culo) Beh, dovresti essere orgoglioso..

M'interrompe.

- (sorridendo estasiato) Sua moglie me la sono fatta prima io.

Germania - Italia 1-0.
Grande Ollie.

giovedì, luglio 13, 2006

'zzo ti canti?!


Quando ho un po' di tempo libero, mi faccio subito delle gran menate.

Fortunatamente, farmi menate mi lascia poco tempo libero.
In questo circolo vizioso, direi che ho una devozione quasi religiosa.

Sì, insomma: io gli scazzi li ieraticizzo.

In più, quest'attività si sposa bene con quasi tutte le altre: posso giocare a risiko e intanto spararmi i pipponi, parlare con qualcuno senza grande attenzione perchè mi faccio seghe mentali nel frattempo, far finta di lavorare mentre in realtà sto facendo di tutto per deprimermi.

Ci è voluto del tempo per affinare la tecnica, ma un talento innato mi ha aiutato molto.

Tra le poche cose che hanno il potere di stoppare completamente e temporaneamente questo processo, il cantare occupa una porzione di gran rilievo.

Sarà che il suono della voce mi affascina totalmente, ma mentre canto scompare tutto quello che mi circonda: dal Delle Alpi alle Ande, dal Manzanarre al Reno.
Paure, ansie, angosce escono dalla porticina di servizio del cervello, situata a mezza via tra l'orecchio e l'osso parietale, e lasciano entrare note, suoni, modulazioni vocali.

Finalmente smette di iniziare e finire tutto con la mia persona, e arrivano immagini anche dall'esterno: in un certo senso è come se pregassi.
O scopassi, che contrariamente a quanto si crede, con il pregare ha ben più che un'analogia.

Perchè il canto è un contenitore infinito, dove posso riversare liberamente tutto ciò che, a mio insindacabile giudizio, è sacro.

Per questo provo a farlo almeno un paio di ore ogni giorno, accompagnandomi con una chitarra scassata, inseguendo uno stereo acceso, da solo o di fronte a un pubblico... non importa come, non serve un perchè: l'importante è farlo.
A volte penso che potrei vivere solo di quello, non fare altro per tutto il giorno.

Poi però ci ripenso: dopotutto, non posso togliere tutto 'sto tempo alle menate.
Nella foto: Carlo Broschi, detto Farinelli. Uno che al canto, ha dedicato ben più della sua stessa vita.

mercoledì, luglio 12, 2006

Esattamente.


Il più bel complimento ricevuto in 30 anni di vita, arriva da una collega che manco sapevi esistesse, mentre sei intrappolato davanti alla macchinetta del caffè.

Passa, mi guarda e fa: "Tu sei troppo come Jigen, si vede lontano un miglio" e se ne va.

Unica risposta possibile: mi vuoi sposare?

Worldpeace


Uh, che fatica tirarsi su dal letto.

Avrei preferito essere inchiappettato da Mike Tyson.
Occhiaie, passo strascicato, fazza gonfia come un pallonzino: giungo in sala e scopro con orrore che sono terminate le sigarette.

Cosa faccio, esplodo in lacrime?

Naaah, dai. Siamo a luglio, c'è il sole e sono un campione del mondo.
Babbo come pochi, ma indubbiamente cempion.

Quindi pooo po-poppo-po-poooo-poooo
pooo po-poppo-po-poooo-poooo...


Ho ancora tante cose da raccontare, per chi vuole ascoltare, a culo tutto il resto.
Nella foto: miss Paranoia, come la Francia. Issa bandiera bianca!

lunedì, luglio 10, 2006

CAMPIONI DEL MONDO.

Tutankhamon.


Mi conosci come o più di quanto mi conosca io stesso. Conosci i miei pregiudizi, i miei pensieri, le mie debolezze, la mia vanità, la mia mente.
Con queste parole, Michael Faraday chiese alla futura moglie di diventare sua sposa. Non era un poeta: era uno scienziato.
Più precisamente: l'uomo che scoprì la relazione esistente tra l'elettricità e il magnetismo.

Una persona brillante e razionale, che diede al suo amore una motivazione brillante e razionale.

Ti amo perchè mi conosci.
Ti amo perchè mi hai voluto conoscere.
Ti amo perchè, nonostante i miei difetti, hai scelto di volermi bene lo stesso.

Già, l'amore. Una cosa che cambia a piacimento, restando sempre uguale.

Anch'io avevo scelto una persona per gli stessi motivi di Faraday, tanto tempo fa. Solo che non le chiesi di sposarmi.

Non mi sembrava abbastanza.
Stai con una ragazza perchè ti ama, Musashi?
E tu? La ami anche tu?

Mi risposi di no.

Facevo il grosso, il saggio.
Non mi si ingarbugliavano le parole, non mi veniva il batticuore: stavo saldo al timone. Per questo pensai di non amarla.
Pensai che stavo giocando bene solo perchè ero in vantaggio: mi sentivo forte, invincibile e volevo di più.
O meglio: volevo la stessa, identica relazione, con una persona diversa.
Una persona alla pari.

Sì, perchè la nostra storia era perfetta. Ridevamo, facevamo l'amore ogni santo giorno, parlavamo liberamente di tutto.
Insomma non potevo avere di più, potevo solo volere quello con un'altra.

Applausi al pirla, grazie.
E magari ha trovato l'amore, e lo ha scansato
Per far posto ad un'altra passione
Che lo fa sentire rinato
Poco fa ho compreso.
Lei mi faceva sentire forte.
Anzi, noi insieme, eravamo forti.
Come in qualsiasi cosa coinvolga più di una persona per volta: la somma, contava più che il singolo addendo.

Ok, era ovvio.
Ma io so essere incredibilmente stupido, all'occaso.
Come spesso accade, ci sono arrivato un po' in ritardo. Di un 4/5 anni, per la precisione.

Sul senso che abbia avuto il tutto ancora mi interrogo, come anche su quanto si possa meritare una seconda occasione, dopo aver fatto a fette sè stessi e quelli che ti volevano bene.

Al poster l'ardua sentenza.
Anche se, paraculandomi col poster in questione, faccio solo presente che succede ogni giorno di sbagliare. A tutti, davvero.

Ma io a un oscuro meccanismo superiore di causa/effetto, ci credo per babbioneria congenita. Alla luce di ciò, non posso fare a meno di notare che:

A. Da quando è successo il fattaccio, gli affetti mi schivano col mirino.

B. La legge delle probabilità, visto l'incredibile sequela di picche che ho preso, è ampiamente sopravvalutata.
Nella foto: quando si parlava della maledizione di Tutankhamon, forse, facevo meglio a non ridere.

domenica, luglio 09, 2006

P.S.

Guarda che la domanda era esplicitissima.

Cioè, se quella era semi implicita, un'esplicita come sarebbe stata?
Cacciarti la lingua in bocca?

sabato, luglio 08, 2006

Cui prodest?

L'apice del weekend, al momento, è una sconfitta a risiko.
E una lettera delirante.

La sconfitta a risiko la si può attribuire a una scarsa attitudine difensiva sul versante sud-est dell'Africa.
In pratica è uno di quei casi in cui all'inizio sei messo bene lì, ma ti serve là.
Allora lì cincischi e là provi ad attaccare, ma senza risultato.
Arriva uno che lì gli interessa di brutto e tu rimani con un palmo di naso.

La lettera delirante la mandi invece perchè hai sentito da una qualche poco autorevole fonte, tipo Novella 2000 o Focus, che vomitare tutto il sordido giova al sistema nervoso.
Allora cogli la palla al balzo, prendi una povera malcapitata e la costringi a farti da strizzacervelli con una missiva degna di Marylin Manson.

Dopo un po' te ne dispiace, ma ormai l'hai fatto.

Quindi non ci pensi più e decidi di dedicarti a cose sensate.
Tipo: cosa faccio stasera?
Esiste un modo di divertirsi?
Bellalavitababy, ilmondoèlamiaostrica?

Suppongo che dovrò uscire per appurarlo.
Anche perchè l'alternativa rappresenta il cercare di imporre l'ordine all'entropia, che nel cosmo aumenta sempre e nella mia stanza si viene a depositare. Tutta quanta.

Come oroscopo del weekend mi ritorna in mente ieri, quando un uccellino mi ha cagato sulla borsa proprio al termine della settimana lavorativa.
Ah, quelli sì, che erano tempi!

Lacrime


Arrivano senza bussare.
M'incasinano tutto.
Se ne vanno senza salutare.
Ma guardandomi torve, come a dire "torneremo".

Cheppalle, ad anni 30, frignare come una checca isterica.
Diocheppalle.
Nella foto: eccole al microscopio, le merde.

giovedì, luglio 06, 2006

Do the light thing.


Siamo sempre stati infamati.
Aggratis, per di più.

Non abbiamo voglia di fare un cazzo, siamo viziati, stiamo attaccati alla sottana di mammà.
Non abbiamo valori, non abbiamo coscienza politica, non ci interessiamo di quel che succede.

”Ai miei tempi c’era la guerra, ai miei tempi ci si sposava a 20 anni, ai miei tempi mangiavo tuoni e cacavo fulmini”.

Ai tuoi tempi, sostenuta testa di cazzo, uscivamo dalla guerra e c’era tutto da ricostruire, il lavoro abbondava e persino gli inutili mangiapane a sbafo non venivano licenziati.

Ai tuoi tempi, parassita immondo, bastava avere voglia di fare per trovare da fare. Sostanzialmente perché C’ERA da fare.

Ai tuoi tempi, maledetto mollusco invertebrato, la classe dirigente era la TUA, visto che la generazione dei tuoi genitori era morta in un campo di battaglia con la baionetta infilata in culo.

Ma tralasciamo, che ho pietà di te: parliamo di altro.

Parliamo per esempio di “ai miei tempi se entravi con l’Unità sotto il braccio non ti facevano lavorare”.

Ai miei tempi, ognuno può leggere che cazzo gli pare, che tanto la carta stampata è diventata più o meno tutta la stessa merda.
In compenso non ci si può sposare, pensare a un futuro, comprarsi una macchina, perché siamo affamati da quelli dei tuoi tempi che, non si sa bene come, sono ANCORA la classe dirigenziale e passano stipendi VERGOGNOSI.

E ancora se la menano dei “grandi” risultati ottenuti, pontificando sul fatto che se lasciassero tutto in mano a noi, sarebbe la rovina.

Quindi ricapitoliamo insieme, vecchio, ti và?

1. Avete portato il mondo alla più grande depressione economica conosciuta.

2. Una volta occupate le posizioni di potere, avete rubato tutto il rubabile, portato l’economia nazionale sul lastrico a furia di evasioni fiscali, condoni, sanatorie e puttanate assortite, e portato il debito pubblico al 106%.

Apro una parentesi: il debito pubblico si calcola in percentuale relazionandolo al PIL di una nazione. Chiamasi PIL l’insieme di tutta la ricchezza prodotta da una nazione in un anno. Nel nostro caso, un debito pubblico del 106% vuol dire che se tutti noi italiani lavorassimo per un anno senza intascare nulla e dando tutto allo stato, non riusciremmo comunque a pagare tutti i debiti che la nostra illuminata classe politica ha contratto nei confronti di banche, privati stranieri, etc etc. Ci mancherebbe per l’appunto un altro 6% di tutta la ricchezza prodotta l’anno successivo. Chiudo la parentesi.

3. Avete riportato l’ordinamento sociale ai tempi del Medioevo, dove le cariche più importanti erano spartite tra chi ne aveva diritto per nascita.

O davvero non vi siete accorti che solo i figli di chi è già ricco subentrano ai propri padri mentre noi poveri peones muoriamo a 1000 euro a vita?

Però su una cosa devo darvi ragione: siamo veramente una generazione di rincitrulliti.

Ci facciamo mettere i piedi in testa senza fiatare quando siamo mediamente più preparati, dotati e colti dei nostri stessi aguzzini.

Se così non fosse, organizzeremmo uno degli scioperi più eclatanti della storia dell’umanita: ci andremmo tutti a divertire.
Alla faccia vostra.

Niente picchetti, proteste, botte, brigatisti, neonazisti: tanto mare e spiaggia.

Non compreremmo più niente, solo da mangiare, e non accenderemmo la TV una sola volta: tutti fuori a bere, copulare e chiacchierare.

Senza pagare nulla. Senza violenza.

Due settimane così, e il vostro bel sistema va a farsi fottere senza sparare nemmeno un colpo. A furia di sorrisi.

Sarebbe una figata: altro che Ghandi.
Nella foto: lovely kind of revolution.

mercoledì, luglio 05, 2006

Mai più senza.


La biografia di Grosso: un'unica pagina con su scritto "IO GODO" in caratteri cubitali, rossi.

Un sagomato a dimensioni reali di Buffon da piazzare davanti alla porta di casa, con un fumetto sopra che recita "passi proprio perchè sei tu".

Il pupazzo di Cannavaro, con denti veri di squalo e mascella prensile, da attaccare alla caviglia di chi mi sta sul cazzo.

Un videotape di Gattuso che ripete ossessivamente "l'estate scorsa, a Riccione, mi sono chiavato una tedesca sposata".

Last but not least, la cartolina di Matarazzu e Del Piero davanti a un grosso muro pieno di graffiti, preaffrancata e pronta da spedire a Juergen Klinsmann, con su scritto "Un saluto da Berlino".
Nella foto: peccato, ti mancava tanto così.

martedì, luglio 04, 2006

Do ut des - (La guerra dell'anello).


Hai trovato un diamante grezzo.

Questa è l'unica cosa che ho capito del tuo discorso, in effetti.

Hai trovato un diamante grezzo, e credi che starebbe bene sul tuo bell'anello.

Vorresti indossarlo.
Ma lavorarlo è così difficile... più difficile, se capisci cosa intendo.

Ti darò un consiglio.
È una cosa che non faccio mai, come togliere la maschera.
Apprezzala.

Ebbene: è una questione di calore.
In quel diamante è racchiusa più energia che nel nucleo della Terra.

Se lo vuoi rendere un gioiello, dovrai bruciarti le mani.

Perchè questo è quello che vuole.
Perchè è giusto così.
Perchè un perchè è solo un inutile orpello, se vuoi qualcosa.

Quindi smettila di bearti delle tue indubbie capacità.
E non cercare il giusto schema per fare breccia.

Domandati solo quanto è importante per te.
Se vale la pena rischiare di rovinarlo (o rovinarti?) per una questione estetica.

Se poi sarai ancora sicuro, o consapevole, come ami dire tu, inizia.

Però le regole del gioco, stavolta, le subirai.
Proprio perchè le hai fatte tu.
E con buona pace del tuo prestigio sociale.

Perchè non si pongono condizioni, con chi non ha nulla da perdere.

E ora in bocca al lupo.
Ne avrai bisogno.

lunedì, luglio 03, 2006

Uticenserie.

Per piacere, smettiamola.

Smettiamola con 'sti atteggiamenti da primedonne.
Con 'sta voglia di complicare il pane.

Smettiamola di credere alla nostra unicità.
Di confondere il Ciaocrem con la Nutella.

Smettiamola, prima di sbroccare definitivamente.

Sapete quanti ne ho visti?
Al telegiornale, intendo.

Uno si convince di certe cose, inezie, tipo che deve smetterla di farsi le seghe per sublimare, e il giorno dopo lo ritrovi con le Bestie di Satana.
Tutto perchè l'intelletto deviato, trova il suo posto solo dopo lo sciacquone.

Che poi non è solo quello.
Prendi i nazisti, o il regime stalinista.

Avete notato come, se viene meno la morale, certi sistemi diventano ovvi?

Le SS impiegavano i prigionieri di guerra come cavie.
Se Borghezio avesse più seguito, bruceremmo i negri per alimentare la caldaia?

Nei Soviet sparivano le persone da un giorno all'altro.
- Ehi, scusa, hai visto Musashi?
- Puff, sparito. Ha dato della testa di cazzo al suo capo.

Non ci sono più punti di riferimento certi?
Il crollo della famiglia?

Ma non fatemi ridere.

Che cazzo volete che interessasse ai romani sapere se Giove c'era o non c'era?
C'era perchè ce n'era bisogno.

Anche adesso ce ne sarebbe un gran bisogno, solo che non c'è.
Mica Giove, eh: basterebbe chi per esso.
Per me potremmo anche credere in Pollon, se ci piace.
E ricavare uno straccio di etica dal miracolo Bon Bon.

Ma senza parlare di macroaree: anche nel microscopico non ci troviamo più.
Non sappiamo nemmeno fottere.

Davvero: abbiamo voglia solo da ubriachi.
Come se, senza un litro di vino, avere il cazzo in tiro fosse cosa vergognosa.

Già me li vedo, i cartelloni del futuro:
- E adesso, una bella chiavata: offre Lancers!

Se Armani decidesse che cagare non è chic, ci tapperemmo il buco del culo?
No, perchè col cibo già ci siamo.

Però, siamo tutti collegati.

Un cazzo di telefonino ci funge da coscienza.
Ci scriviamo con Internet.
Con l'UMTS ci vediamo, parliamo, organizziamo.

In real time da Milano a New York.
Più difficilmente da Busto Arsizio a Quito. Ma volendo...

Tutto il mondo a portata di... e siamo sempre più soli.
E ancora non siamo sazi: ne vogliamo di più.

Quando invece basterebbe togliere qualcosa.
E soprattutto smetterla.

domenica, luglio 02, 2006

Tuturuturututtu stocazzo.

Internet Point.

Il caffè qui costa 1.80€, la radio trasmette Misfits dei New Kids On The Block e tu non mi chiami come al solito.
Cosa ti dovrei dire esattamente: che mi stai sul culo?
Che sono più triste di un Cercafamiglia Harbert?
Che almeno quello stronzo di Remì c'aveva una scimmietta?

Ebbene, a me manca anche quella.
In compenso ho in casa una troia, vale lo stesso?

Nel frattempo i New Kids On The Block si sono trasformati negli Zero Assoluto - tuturuturututtu - soloconte.

A tutto c'è un limite, me ne vado.
Tu non chiamarmi, eh, mi raccomando.