Intelligent life is all around us.

martedì, febbraio 27, 2007

Raw.

Non abbiamo fatto niente per meritarci questi tempi infami.
Di per contro, non abbiamo fatto niente per non meritarceli.

Dici che è difficile?
Quando riempi la vasca di acqua calda e sfoderi la paperella per il bagnetto, rimembra che non troppo distante c’è gente che va avanti con un bicchiere d’acqua al giorno nel deserto.

Sinceramente, provo più pena per loro.

venerdì, febbraio 23, 2007

Rimetta, a posto, la, candela.


Non saperlo.
Il lusso che mi concedo.
Parlare di quello che ho in testa.
Senza strategie.
Senza un fine.
Solo per farti sapere che non lo so.

Sono tutti così bravi.
Hanno tutti una brillante idea.
Un'ottima soluzione.
Poi non funziona, ma che importa?
Tanto hanno ragione lo stesso.

Hanno ragione quando parlano di loro.
Hanno ragione quando parlano di me.
Hanno ragione a dire che tanto non cambia niente.

Hanno ragione a fare solo i propri interessi.
Hanno ragione a sparare i rifiuti nella Grande Concavità.
Hanno ragione a trattarci come imbecilli.
Hanno ragione a condannare alla fame brava gente, per sfamare dei figli coglioni.
Che gli sputtaneranno in 5 minuti una vita di fatiche.

Ha ragione Calissano, con le nari incrostate e lo sguardo basso, a fingersi contrito dicendo "la droga è una merda".
Ha ragione John Elkann, che di fronte al figlio in overdose travestito da zoccola dichiara "mi vergogno di essere italiano".
Ha ragione Di Pietro: prima si sputtanano i magnoni, poi ci si siede al tavolo.

E tu, Galileo, non hai capito niente.
Proprio come Socrate.

E voi, Giovanni e Paolo, per cosa siete saltati in aria?
Stupidi, ecco cosa eravate.

E tu John Fitzgerald, hai guadagnato piombo in cambio di ideali.
Chi te l'ha fatto fare?
Per questa mandria di beoti?

E tu, o Mahatma?
E il tuo dream, Martin Luther, che fine ha fatto?
E la chance di pace che chiedevi, John?

Siate mediocri, fidatevi.
Non è proprio questo, un luogo giusto per le imprese.
Nella foto: un eroe.

martedì, febbraio 20, 2007

Troglodita.


Il fondo, a ben vedere, è un posto tollerabile quando l’ancora non tradisce.
Soprattutto se a furia di starci ti sono venute un bel paio di funzionali branchie.

Giunto il tempo di lasciarlo, ti vien la nostalgia.

Come quando ti svegli e fa freddo, e di lasciare le coperte ne hai punta voglia.
Ti aspetta il lavoro, un altro giorno, un chissàpoichecosa, ma tu non vedi nulla di stimolante in ciò: chiedi solo altri 5 minuti. Solo 5 minuti e poi mi alzo, giuro.

Il processo di identificare la risposta definitiva in quel che manca è un meccanismo diabolico, capacissimo di sostentarsi cibandosi di volta in volta solo di sè stesso.
Individui la fonte d’infelicità nella ragazza che non hai, nello stipendio di giada che manca, in quel paio di pantaloni che hai visto in vetrina e non ti puoi permettere.

Poi trovi la ragazza, ottieni una fonte d’introito alternativo che rende quei pantaloni accessibili e li compri. Per 3 giorni sei un uomo nuovo: stretto stretto con la morosa, con quei bei jeans nuovi che giureresti conferirti un incedere più nobile e altero.

Poi una discussione o una macchia di cioccolato ed è tutto come prima.
Pronto a innamorarti di una mancanza che è sempre generosa nel lasciarti grande libertà di scelta.

Venghino, siòri e siòre! Chimere bbelle di ogni forma, credo, razza e colore: la più ampia, flessibile, conveniente gamma di prodotti per seghe mentali mai vista prima! Siamo i leader del settore!

E tu, testimonial sorridente e consumer incuriosito al tempo stesso, sfogli il catalogo alla ricerca del nuovo desiderio imperativo che ti accompagnerà sul fondale per la collezione spring/summer 2007.
Ben ancorato e branchie alla mano.

Ma la scelta è sempre quella: determinista o fatalista?
Punterai un dito minaccioso e indicativo fino a stringerne il bersaglio nel palmo della mano o seguirai le correnti oceaniche che ti promettono soluzioni alternative?
O, magari, non farai un beneamato rimuginando sul destino beffardo?

Una scelta vale l’altra: non è certo quello che può fare la differenza.
Piuttosto, per quanto gli inizi siano sempre i più faticosi, in questo caso le fatiche non si fermeranno all’imbocco della strada.
Ci saranno le curve, la polvere negli occhi, le salite e i vicoli ciechi.
Ci sarà una segnaletica da rispettare, che c’è sempre a dispetto della sua scarsa comprensibilità ed effettiva utilità, sbirri col blocchetto delle multe in una mano e lo sguardo fisso sull’autovelox.
Nani e mangiafuoco, Gambadilegno e Topolino, ballerine di Flashdance e Tuca Tuca: tutti stipati in quel grosso tendone da circo che chiami “la mia vita”.

Tutti potenziali rimpianti per la tua placida esistenza subacquea.
Che, per inciso, chiamavi parimenti “la mia vita”.

E se a un certo punto dovesse costarti una grossa fatica distinguere tra le due cose o isolare razionalmente pregi e difetti dell’una e dell’altra, consolati: tornare all’abisso è molto più veloce che uscirne. Calcola però che nel frattempo ti si potrebbero essere atrofizzate le branchie.

Come tutte le Aziende che fanno una cazzata, la TuaVita spa è spiacente d’informarLa che sugli articoli in vendita non è contemplata garanzia alcuna.

E adesso, pubblicità.

lunedì, febbraio 19, 2007

È buono qui. E lì.

Era incredibile quanto caffè riuscisse a dare la sua vecchia cuccuma.
Sembrava così piccola! Eppure, misteriosamente, quel vecchio macinino riempiva 4 (diconsi quattro) tazzine di un buon liquido nero e denso, dal gusto forte e deciso. Nel pieno rispetto delle migliori tradizioni mediterranee.

Non c'era ospite della casa che non avesse felicemente gustato la sua specialità. Nessuno mai era rimasto deluso: nonostante alla visione dello strumento ben pochi osassero nutrire una speranza.

Lui andava in automatico: svuotava l'aggeggio dal giro precedente e veloce caricava il prossimo. Si vantava di poter fare il tutto in meno di un minuto.

Quel giorno non c'erano ospiti, un'eccezione per il periodo, e per una volta voleva gustarsi la sua leccornia in santa pace.
Celebrò l'evento impiegando più cura del solito nella preparazione: lavò per bene Carmencita (sì, le aveva dato anche un nome), rammaricandosi in cuor suo per tutto quel caffè incrostato sotto il filtro. Posizionò un quantitativo di macinato ragguardevole facendo ben attenzione a non pressarlo in nessun modo e, ultimato il sacro rito, dolcemente depose la macchina sul fornello.

Non c'è momento migliore per l'elucubrazioni delle attese: questo andava elucubrando mentre aspettava il caffè. Dopo pochi minuti il familiare sibilo dell'arnese lo risvegliò, proprio mentre stava per giungere ad un importante concetto determinista riguardante il Paraguay.
O forse era un concetto dadaista applicato al Titicaca: nemmeno lui ne era sicuro.

Poco importa: quel ragionamento non lo terminò mai, tanto da fare aveva ancora per gustarsi il caffè.
Girò come da manuale l'attrezzo, e mentre questi faceva gocciolare all'interno il suo prezioso contenuto, approntò la tazzina e versò in punta di cucchiaino lo zucchero grezzo.

Tutto era finalmente pronto.

Quando appogiò la porcellana griffata Illy alle labbra, le ritrasse subito inorridito: come se un cobra l'avesse morsicato sulla bocca.
Il caffè faceva cagare.
Del tutto inspiegabilmente, secondo il suo modo di vedere.

Eppure gli dissero che c'era da aspettarselo.
Perchè tutto quello che funziona bene rispetta delicati equilibri, che una volta raggiunti mai andrebbero più toccati.
Non sempre troviamo cose piacevoli frugando nel privato di ciò che ci è caro.
Non sempre ciò che appare disdicevole va eliminato con un colpo di spugna.

Soprattutto se abbiamo a cuore il nostro buon caffè.

mercoledì, febbraio 14, 2007

Sciuscianebbia.


A Milano, capita di avere i coglioni girati più spesso che altrove. Solo in parte ciò è imputabile alla fretta o allo stress.

In verità, è che un cielo così bianco risalta al massimo le zone d'ombra.

lunedì, febbraio 12, 2007

Sub.

È una tragedia tutta tua: non la puoi prendere “bene” o “meglio”.
Comunque ti comporti, alla fine di questa discesa troverai dolore.
Nero, per sua definizione.
E profondo come l’abisso.

Non posso fare altro che mettermi una muta e scendere con te.
Non so essere saggio di fronte a queste cose.
Vicino sì, ma non saggio.
Nessuno mi ha mai scritto la ricetta della saggezza.

Curioso, vero?
Le viviamo come opposte, eppure vita e morte si assomigliano molto.
Arrivano non richieste, non sono decifrabili e sottolineano impietose la nostra impotenza.
Ma sono il nostro Alfa e Omega, e tutti passeremo dall’una all’altra.
Spesso senza mai aver avuto ben chiaro entrambe.

Oggi ti tocca vedere qualcuno precederti sulla via.
Qualcuno di caro.
Qualcuno che ai tuoi occhi non dovrebbe essere lì, a fare quello che fa.
Lo guardi, e piano ti immergi.
Senza possibilità di evitarlo.
Senza poter soffrire un po’ meno di quanto stai soffrendo.

Non te ne accorgere, è giusto che sia così: ma io la muta l’ho già indossata.
Dal momento che ho saputo.
E scendo con te: inutile e ridanciano come uno stupido.
Sii ingiusta se ti fa stare meglio.
Graffiami e mordimi: fammi sanguinare.

Me ne starò lì accanto.
Al massimo brontolerò. Come sempre.
Privo di saggezza, ma con un grandissimo rispetto.
Per te e per quello che stai affrontando.

Scusa se non ho portato una torcia: lo sai quanto sono distratto.
In compenso, resterò al buio tutto il tempo che occorrerà.
Finchè non verrà il tempo di tornare in superficie.

E allora ti indicherò il cielo, sempre al suo posto nonostante tutto.
E ti regalerò tutta la luce che troveremo ad aspettarci.
Stupido come prima, lamentoso e incapace.
Ma spero ancora lì, dove ho scelto di stare.

venerdì, febbraio 09, 2007

What a Wonderful World.

Io non ne avevo voglia, ma YouTube non mi posta più alcunchè e qui ci andrà pur scritto qualcosa.

Per cui la farò brevissima: prima s'inventano un farmaco, poi una sintomatologia, e infine, senza che tu richieda la visita, ti visitano e te lo prescrivono lo stesso.

Fantacomplotti?
Robert Ludlum?

No, kiddo, tuttintornoate.
Provare per credere.

mercoledì, febbraio 07, 2007

Play™.


Sogno la sfilata della Kinder.
Io sono il modello N°4: delice. Salgo in passerella col mio vestito di morbido pan di spagna ricoperto al cioccolato, occhieggiando maliardo una miriade di patate tedesche in prima fila. Nessuno lo può vedere, ma si sa: nascondo un cuore di latte.

A fine serata me ne vado su un taxi rosicando perché la star della serata è stata il modello N°1: brioche, che era vestito ugualeammè, ma senza il cioccolato.
In compenso mi consolo dileggiando quello sfigato di colazionepiù, che stretto com’era nei suoi 5 cereali non se l’è cacato nessuno.
Fashion is competition, darling.

Se c’è una cosa che apprezzo di me stesso (a parte tutto il resto, s’intende), è che so benissimo chisono_dadovevengo_dovevoglioandare (ecco, magari sull’ultima esagero: lo so benino) ma non saprei dire quanto peso (?), quanto sono alto (?) o che taglia porto (?). È credenza diffusa che sia più facile il contrario: quindi, tanto per cambiare, sono in minoranza.
Cosa posso dire?! Se la vita è una questione di priorità, puppatemi ‘sto Magnum.

Chiedetelo pure ad un qualsiasi educatore: giocare è fondamentale nel processo formativo dell’individuo. Non individuando alcun principio razionale per cui uno debba sospendere la crescita a soli 30 anni, sono costretto a chiedervi di usare la TV solo per la playstation, di provare il risiko almeno una volta nella vita e di passarmi una canna mentre cerco di vincere a Civilization.
(per inciso, quella della TV era solo un'iperbole: attaccateci pure il DVD. Basta che bandiate per sempre dalla vostra esistenza i reality, Maria De Filippi e qualunque cosa che parli di attualità senza chiamarsi blob)

Quella lenza di un cavaliere, con la consueta classe, dichiara che “i gay sono tutti di sinistra” e “la mia affermazione è stata strumentalizzata” subito dopo. Probabilmente intendeva che “quelli di sinistra sono tutti gay” e “smettetela di usare le mie massime come dildo, depravati”.
Amareggiato per l’accaduto, telefona poi a Veronica, chiede scusa con la cornetta appoggiata ad un alrtoparlante e le dice che ce l’hanno tutti con lui.
E in effetti, più che da ghei, queste son cose da checca.

Visto che un bel gioco dura poco, ammetto che tutto quello che leggete su questo blog NON È farina del mio sacco. L’idea di cambiare continuamente il sottotitolo l’ho presa da lui, il layout con foto in alto a sinistra da loro e ovviamente il ™ del titolo da lui. Quindi, il fatto che ho scritto tutto io risulta un particolare trascurabile: non fatevi infinocchiare.

Dulcis in fundo: ieri abbiamo vinto contro i dominatori del CCPPA e, tra l’altro, l’ho inserita placida nel sacco con un tocco sapiente.

Lo dico: chi non ha mai provato questo, non sa cos’è il godere.

martedì, febbraio 06, 2007

Crash - contatto tisico.


Nella progressiva metamorfosi che mi sta trasformando in un barbogio cagacazzo, mi sorprendo a rispondere all'ennesimo questuante che chiede un aiutino per i ragazzi della comunità con malcelato sarcasmo.

- Come no! Qui siamo pieni di "aiutini"!

Ci manca solo che mi metta a raccontare agli sconosciuti di quanto si andava meglio ai miei tempi e poi ci dovremmo essere.
Per fortuna, anche ai miei tempi si andava un po' alla cazzo.

L'ascensore dell'ufficio, per l'occasione, si tramuta in un giardino fiorito: vi cerco un po' d'Africa tra l'oleandro ed il Vetril, senza fortuna.
Apprendo con disappunto della sconfitta dei Nuggets su NBAdotcom sorseggiando il caffè, rispondo ai commenti del pre<->post mangiando una barretta di cioccolato, mi preparo a scrivere i testi per il sito di Agenzia.
Poi vengo qui e scrivo i cazzi miei.

In effetti, il sito di Agenzia è una rottura di coglioni rara.

Il pensiero và a stasera, dove al CCPPA (Campionato Calcistico Per Pensionati Arzilli) mi aspetta la sfida con i primi in classifica. Loro sono una masnada urlante di 20enni atletici, tra di noi il più giovane sono io. E non dirò il più atletico perchè già sento il rumore delle risa.

Così è, se vi pare. All'ordine del giorno abbiamo:

Ardez mi dice che scrivo in maniera "femminile" e che i post sono troppo lunghi.
Vero: è che sono prolisso.

Spad mi ha instillato una dipendenza da mod di Civilization IV.
Portare gli elfi scuri al dominio è il mio nuovo motivo di vita.

77, l'unico TG che seguo assiduamente, da un paio di giorni non effettua servizi.
Daje, fratè, che Striscia l'immondizia ti fa una pippa.

Last but not least: bisognerebbe davvero smetterla di avere paura.
Voglio dire: male che vada si tirano le cuoia.
Chiamala sfiga.
Nella foto: sì, hanno perso. Ma Lui non c'era.

lunedì, febbraio 05, 2007

Wishlist.

Colpi clinici del destino, a punire la mia tracotanza.
Dovrei smetterla di ergermi a custode del buonsenso.

Colpi cinici del destino, nemmeno a mio indirizzo.
Dovrei smetterla di sentirmela così calda.

Codardo di un destino di merda.

sabato, febbraio 03, 2007

Smooth Criminal.


22.00 - Smooth - p.zza Wagner - Milano.

Solo un simpatico ritrovino tra amici.
Per quella faccenda dell'arancione: non prendetela troppo alla lettera, eh?!
Nella foto: sì, viene anche lui.

giovedì, febbraio 01, 2007

Cara Veronica?

Nella foto: la Camera dei Deputati.