Intelligent life is all around us.

lunedì, febbraio 19, 2007

È buono qui. E lì.

Era incredibile quanto caffè riuscisse a dare la sua vecchia cuccuma.
Sembrava così piccola! Eppure, misteriosamente, quel vecchio macinino riempiva 4 (diconsi quattro) tazzine di un buon liquido nero e denso, dal gusto forte e deciso. Nel pieno rispetto delle migliori tradizioni mediterranee.

Non c'era ospite della casa che non avesse felicemente gustato la sua specialità. Nessuno mai era rimasto deluso: nonostante alla visione dello strumento ben pochi osassero nutrire una speranza.

Lui andava in automatico: svuotava l'aggeggio dal giro precedente e veloce caricava il prossimo. Si vantava di poter fare il tutto in meno di un minuto.

Quel giorno non c'erano ospiti, un'eccezione per il periodo, e per una volta voleva gustarsi la sua leccornia in santa pace.
Celebrò l'evento impiegando più cura del solito nella preparazione: lavò per bene Carmencita (sì, le aveva dato anche un nome), rammaricandosi in cuor suo per tutto quel caffè incrostato sotto il filtro. Posizionò un quantitativo di macinato ragguardevole facendo ben attenzione a non pressarlo in nessun modo e, ultimato il sacro rito, dolcemente depose la macchina sul fornello.

Non c'è momento migliore per l'elucubrazioni delle attese: questo andava elucubrando mentre aspettava il caffè. Dopo pochi minuti il familiare sibilo dell'arnese lo risvegliò, proprio mentre stava per giungere ad un importante concetto determinista riguardante il Paraguay.
O forse era un concetto dadaista applicato al Titicaca: nemmeno lui ne era sicuro.

Poco importa: quel ragionamento non lo terminò mai, tanto da fare aveva ancora per gustarsi il caffè.
Girò come da manuale l'attrezzo, e mentre questi faceva gocciolare all'interno il suo prezioso contenuto, approntò la tazzina e versò in punta di cucchiaino lo zucchero grezzo.

Tutto era finalmente pronto.

Quando appogiò la porcellana griffata Illy alle labbra, le ritrasse subito inorridito: come se un cobra l'avesse morsicato sulla bocca.
Il caffè faceva cagare.
Del tutto inspiegabilmente, secondo il suo modo di vedere.

Eppure gli dissero che c'era da aspettarselo.
Perchè tutto quello che funziona bene rispetta delicati equilibri, che una volta raggiunti mai andrebbero più toccati.
Non sempre troviamo cose piacevoli frugando nel privato di ciò che ci è caro.
Non sempre ciò che appare disdicevole va eliminato con un colpo di spugna.

Soprattutto se abbiamo a cuore il nostro buon caffè.

9 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Delicati equilibri..già...come il mio PC su cui per fare il figo ho installato Office nuovo e ora va lentissimo..come quando ho voluto il telefono in ufficio e ora mi scassano il cxxo tutti...come quando ho comprato una marca di sigarette diversa dal solito e mi é venuta una gola amaranto...
Comunque se l'aroma di caffé ti provoca elucubrazioni riguardante un concetto dadaista applicato al Titicaca, forse l'arcano é svelato:qualcuno ha messo assenzio nella moka?

12:06

 
Anonymous Anonimo said...

A volte succede che si spezzino, anche solo momentaneamente, dei piccoli rituali; cose che mai avresti pensato potessero cambiare, qualcosa a cui inconsciamente ti appigliavi perchè ritenevi fosse immutevole e potesse darti quel minimo di comoda sicurezza.
Poi forse tutto torna come doveva essere, ma queste lievi increspature restano. Ed è inspiegabile.

Comunque volevo aggiungere che io ho ereditato un detto sul caffè, che non so se altri conoscono ma nella mia famiglia è atavico
"bollente
sedente
per niente"
Esplicativo.

14:49

 
Blogger Chicca said...

io ho la mia moka preferita a casa
gli mancano
il manico
il pirolino
dicesi pirolino quel coso che sta sul coperchio
come si chiama?
pirulino no??
entrambi sono stati sostituiti da me medesima stessa miliardi di volte
e tutte le volte per qualche misteriosa ragione si bruciavano
resta il fatto che pure da mutilata
fa il caffè da paura
a Roma si dice
da paura si

16:02

 
Anonymous Anonimo said...

Ho finito le mie cialdine di buon caffè... :(

17:22

 
Blogger Musashimaru said...

Nuvola: mai, mai desiderare il telefono nell'ufficio.

Ossimorosa: amazing family!

Chicca: il pirolino è universalmente noto. Lo chiamo anch'io così. (attenzione, eh: la cuccuma è diversa dalla moka. Niente pirolo.)

Simo: cialdine?! CIALDINE?! Perdonalo, o Signore, poichè non sa quello che fa.

15:58

 
Blogger il blebo said...

cuccuma??ho sentito bene?ueilallà, parola adorabile.
m, mi piace la tua scrittura pseudopostmoderna: quella divina sentenza "il caffè faceva cagare" immersa in cotanta raffinatezza lessicale del resto del post è una chicca, muscia.
sempre il best blogger, a mio modo di vedere.

16:01

 
Blogger Musashimaru said...

Dio bonino!
Bleba: la smetta, per carità!
Lei è decisamente un po' troppo caruccia per sperticarsi in coplimenti ai maschietti.

(tra l'altro: non sarei "the best" nemmeno se fossi l'unico blogger in circolazione)

Anyway: un ringraziamento e un inchino. Entrambi piacioni.

14:00

 
Anonymous Anonimo said...

blebo apprezza la nuova "letteratura" multimediale, ed essendo la tua molto benniana, si spertica volentieri in complimenti. ci son molti blogger talentuosi ma non è che passo molto tempo sul web dunque non ne incontro spesso!
eppoi non posso che complimentarmi: se t'insultassi, la tua parlantina sagace mi sommergerebbe di merda.
stame bin
blb piacione.ahah!

14:35

 
Anonymous Anonimo said...

quello che stavo cercando, grazie

17:38

 

Posta un commento

<< Home