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martedì, febbraio 19, 2013

White flag? White flag!



Odio profondamente quest'isteria guerriera che s'impadronisce dell'Italia prima delle elezioni. Odio le sfilze di facciotte soddisfatte e assurdamente in posa che fanno bella mostra di loro sui cartelloni, l'inutile proliferazione di slogan che vertono sempre, invariabilmente sulle stesse 3 parole del cazzo.

Odio l'accanimento becero con cui i sostenitori di una fazione attaccano i sostenitori di tutte le altre, le arguzie e le battutine da Barsport di questo o quel Segretario-Cavaliere-Presidente di XX a indirizzo di qualche altro Cavaliere-Segretario-Stronzo, i comizi dei capipopolo che capitalizzano su un sentimento di sdegno facilone e approssimativo nella maggior parte dei casi, comunque maldiretto in tutti.
Odio l'eccesso di attenzione che questo patetico circo genera: lo trovo tanto più immotivato a fronte del reale impatto che la cosa ha.

Avrei motivi di famiglia per votare da una parte e di amicizia per farmi convincere da un'altra, ma quanto a motivazioni personali la temperatura è prossima allo zero assoluto.

Il mio candidato ideale sarebbe ancora Jigen Daisuke, se solo l'inesistenza di uno straccio di quorum non mi privasse dell'utilità reale di una scheda invalidata: una forma civile di protesta. Il distacco da persone e situazioni che non mi rappresentano. Un tangibilissimo "non me la sono bevuta" non estraneo ad un qual certo sdegno, che su vasta scala potrebbe anche avere un significato forte.

Ora: nella meglio ipotesi, questo post è inutile quanto quelli che lo precedono. Ma se tu, caro lettore dalla ferrea-e-incrollabile fede politica capitato qui per caso, ti sentissi offeso da tale ostentazione di qualunquismo: ti prego di perdonare questo mio piccolo sfogo.

E considerare che, per chi la pensa come me: chiunque vinca 'ste cazzo di elezioni, sarà una sconfitta.
Nel video: qualcun altro che a modo suo si sfoga.