Intelligent life is all around us.

giovedì, novembre 29, 2007

Edson Arantes, in arte “Gioconda”.

Non è che ci si possa fare granchè.

Uno s’immagina qualcosa di plateale: tipo uno schiocco sordo e tu che vai in mille pezzi come il cristallo. Fino a che vivevo coi parenti sarebbe stato così.

Invece niente di tutto questo.
È come se a rompersi sia stato un organo interno.
Non CRASH, un plumf discreto: udibile appena tra i gorgoglii dei vasi sanguigni. Che mica abbandonano i loro affari, loro.
Come tu non abbandoni i tuoi.

Da adulti, non si fa.

Un rumore come di sarcoma.
Una cosa che vai avanti chissà quanto come non fosse successo niente.
Ogni giorno ti senti un po’ peggio. E non capisci.

Tante canzoni smettono il loro sapore e suonano in scala di grigio.
Una veste che non sminuisce beltà loro, ma è meno appariscente.
Non sminuisce ma dis-funziona.
Come quando una cosa utile diventa solo contemplativa.

Cioè, non è cambiato niente da prima. Solo, il latente è diventato conclamato. Ma tutto va avanti. Tutti vanno avanti.
E tu... beh, supponi di avanzare anche tu.
In qualche modo strano, che ora come ora magari ti sfugge.

Certo che con un libretto di istruzioni non saresti arrivato a questo.
Saresti stato O Rei.
Saresti stato Jesus.

Ma O Rei non sei. E Jesus men che meno.
Non è che ci si possa fare granchè.

lunedì, novembre 26, 2007

I can't wait, for the weekend to begin.

Venerdì
Mi dimentico le chiavi di casa. Al ritorno dall’ufficio, attendo due ore sotto la pioggia l’arrivo della purtinesa con la copia di riserva.

Venerdì sera
Tento inutilmente di formattare il PC.

Sabato
Mi sveglio per andare a trovare i miei in Brianza.
Chiamo mio fratello (che ha la macchina):
- Oggi incido il disco. Andiamo domani.

Mi giro dall’altra parte e mi rimetto a dormire fino alle quattro.

Sabato sera
Guardo Porco rosso in lingua madre con sottotitoli, lo apprezzo.
Tento inutilmente di formattare il PC.

Domenica
Chiama mio fratello (che ha la macchina), per quella faccenda dei miei:
- Oh, muoviti ad arrivare che dobbiamo fare in fretta.

Vado a prendere la metrò per andare da lui.
Dopo una fermata, la linea 1 delle metropolitane milanesi si ferma.
Chiedo all'omino: “Quando riparte?”.
Lui: “Boh, non so nemmeno se riparte”.

Esco dalla metrò per avvisare mio fratello e la sua macchina.
Ma ho dimenticato il telefono a casa.

Vado a una cabina, compongo il numero di mio fratello.
Non me lo ricordo bene: sbaglio una cifra.
Risponde la mia ex storica (c’hanno il numero uguale).

Parliamo un po’.
Apprendo che è incinta di due mesi.
Le faccio i complimenti:
- Sono felice per te. Ora, se non ti spiace, vado a suicidarmi.

Ridiamo in agrodolce.
Riattacco.
Non mi suicido.

In tutto ciò, non riesco ad andare a trovare i miei.

Domenica sera
Tento inutilmente di formattare il PC.
Ogni tanto, m’ingrigisco un poco.

Anzi, un molto.

venerdì, novembre 23, 2007

La moltiplicazione infinita del buonsenso.

Il disagio del tempo che abito è avere miliardi di interpretazioni per tutto.
Tutte ragionevoli. Tutte opposte.

Il malessere del tempo che abito è la sua relatività.
Più s’approssima alla velocità massima, più diventa enorme e mostruoso.
Ingestibile per tutti, anche per chi l’ha voluto così.

Meccanismi diabolici pompano flussi oceanici d’informazioni in teste e case, come il polmone d’acciaio fa con l’aria. Ogni giorno ti suggeriscono un'opinione, ti incitano al confronto. Come la campanella del liceo, il presente diventa a puntate.

Il mostro si protegge e cancella le sue tracce.

Le opinioni sono fini a se stesse: il mondo fattivo scompare, inghiottito nei salotti del Dialogo Civile. Chi è già grasso, grasso rimane. L'unica preoccupazione è alimentare la caldaia che lo muove verso il lardo superluo con palate e palate di nuovi contenuti da masticare e risputare. Mischiati a pubblicità del cazzo, per avvicinare ancora di più reale e fiction.

A dispetto di dignità e salute, piuttosto.

A un ritmo insostenibile vengono ruminati dati ed esiti su prove tecniche di stupro pre-omicidio, riti satanici, Garlasco, Perugia, immigrati, Franzoni, Madeleine, RIS, mafia, le Iene e Vodafone, la prima doppia doppia di Bargnani in NBA e Vodafone, la brillante teoria entomologa di Grissom e Life is now.

E poi fuori a sputare i negher e i che vergogna!.
E i lo sai che è un famoso produttore di Hollywood? / ma figurati se non è stato lui / sentiti libero? Aò, ma io sono attaccante! Ahahah.

Storditi da un lavoro alienante nel migliore dei casi.
Colpevoli in tutti gli altri.
Agli occhi della Società o dei Terroristi o di bla, bla, BLABLA.

In metrò, stamattina una sciura mi propina la teoria mi sento europea nel senso dell’Europa Occidentale. Anche se poi mi tocca dividere questa cosa anche coi rumeni o i bulgari e mi dà fastidio. Ma loro non discendono mica dai romani come noi.

Ancora una volta i romani come esempio di civiltà.
Un’altra approssimazione per giustificare una xenofobia.

O un’ignoranza.
O una supponenza.
O un fastidio.
O un insuccesso.
O, o, o.
Etc etc etc.

O io che confondo Jean Paul Belmondò con Gianmaria Volontè.
O mi scordo di Sacco e Vanzetti mentre faccioilfigo.
O mi sento tanto in gamba perchè non mi arrendo alle difficoltà.
O BLA, BLA, BLA.

Più argomenti, più approssimazione.
Simplemente. Desolantemente.

E 'stamminchia di Sacro Romano Impero, poi, militarmente s'impose.

lunedì, novembre 19, 2007

Giapponesi, volgari.

Ai teic aironi lala segno.

Nel momento in cui Zizi entra nel Puttanaio e fa finta di nulla, sono felice. Come supponevo: è decisamente Checca.

Indi, in un Giambellino versione Antarctica, decidiamo l'uno delle labbra dell'altra che sono baciabilissime.
Stabilito quest'importante incipit, espletiamo.

Cinesi, mafiusoni e caribù sorridono estasiati: l'amore Vincenzo sempre.

Poi torno a casa e rispondo all'ennesimo ammutinamento del PC con un perfetto Mawashigeri. Lo prendo esattamente sotto il processore.
Al posto del classico kiai, gli urlo daizukan. Lasciando un tattico attimo di pausa dopo il dai e omettendo in parte la enne finale.

Lui accusa, rantola e si spegne.
A tutt'oggi giace ancora inerme, riverso nel Puttanaio.

Non credo funzionerà mai più.

Nota legale
Checca è il diminutivo di checcarina, non nel senso di ringhione.
Che non è che c'abbia qualcosa contro di, è solo che non la reputo cosa particolarmente sana. Abusando della saggezza popolare, infatti, è noto ai più che cazzinculo non fa figli
.

sabato, novembre 17, 2007

Ok: go!

Non c'è parola per spiegare certe cose che mi navigano in testa ora.

Per chi vuole, può o sticazzi: qui, verso le 22.
Il concerto è un tributo ai Pearl Jam.

E ora, caffè.

lunedì, novembre 12, 2007

+1.

Torno sul palco.
Torno sul palco.
Torno sul palco.
Torno sul palco.
Torno sul palco.
Torno sul palco.
Torno sul palco.

E fin qui è solo una volta per ogni anno passato dall'ultima.

Ah: torno sul palco.

Questo invece è il sincero sorriso delle mie chiappe.

giovedì, novembre 08, 2007

Collega amorosa, dudù dadadà.

Ipotesi
Ma non ti puoi vestire un po’ meno da barbaro?! Tutto largo, tutto slavato... ancora un po’ e c’hai 40 anni, sei troppo sciatto!

Tesi I
Un giorno andrò sulla luna, poichè mi vesto Shuttle.

Tesi II
Un giorno mi comprerò un iPod, poichè mi vesto Shuffle.

Tesi III
Un giorno mi metterò la parrucca, poichè mi vesto Shampoo.

mercoledì, novembre 07, 2007

Poi passa tutto.

Changing your ways, changing those surrounding you
Changing your ways, more than any man can do
Open your heart, show him the anger and pain, so you heal
Maybe hes looking for his womanly side, let him feel

You had to be so strong
And you do nothing wrong
Nothing wrong at all
Were gonna to break it down
We have to shake it down
Shake it all around

Souma yergon, sou nou yergon, we are shakin the tree

- Peter Gabriel

Da ex partigiani a esperti di marketing.

La solita storia: da cadavere il titolo sull’articolo a te dedicato ti descrive come la voce della libertà, fino a poco fa ti chiamavano vecchio bacucco.

E la firma sotto gli articoli?
Ma naturalmente è la stessa.

Cristo, che peso non saper stare al mondo.

martedì, novembre 06, 2007

Apro gli occhi, mi pento ed ho in mente:

1. Quel disco lì che mi rimembra.
2. Il colloquio che devo fare.
3. La visita che ho fatto dal medico.

Ho i soldi per l’affitto.
Anzi: ho solo i soldi per l’affitto.
Ed è la prima settimana del mese.

Da un cartellone, un butulinico Montesano promette uno spettacolo scorretto e non conforme. Krusty il clown sarebbe più credibile.

Ho fatto doppietta, ho preso il palo.
Il portiere me ne ha tolto uno dall’angolino.
Mi ha negato la gioia di una tripletta.
Non gliene voglio: abbiamo vinto.

Una mi si voleva limonare.
Non sapeva il mio nome.
Mi ha descritto come non troppo alto e con i capelli non troppo corti.
Ho cortesemente declinato.

C’è gente ("virtuale") che mi linkava e ora non mi linka più.
Non vedo da tanto tanti amici ("veri").
Evidentemente, si sono stufati.
Sapessero io.

Cose gravi: continuo a scendere nella classifica Blogbabel.
Cose gravissime: ma perchè questi mi classificano?
Chi gliel'ha chiesto?

Mi ritorna in mente (bella come sei) una frase letta su qualche blog:
ovvio che preferisco essere letto da tutti.
O qualcosa del genere.

Ovvio?
Hai sbagliato termine, ragazzo.
In verità non lo è.

giovedì, novembre 01, 2007

Ancora maschere.

Se esistesse, la personificazione del caos avrebbe un aspetto ordinario.
E magari anche un bel volto.