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lunedì, novembre 19, 2007

Giapponesi, volgari.

Ai teic aironi lala segno.

Nel momento in cui Zizi entra nel Puttanaio e fa finta di nulla, sono felice. Come supponevo: è decisamente Checca.

Indi, in un Giambellino versione Antarctica, decidiamo l'uno delle labbra dell'altra che sono baciabilissime.
Stabilito quest'importante incipit, espletiamo.

Cinesi, mafiusoni e caribù sorridono estasiati: l'amore Vincenzo sempre.

Poi torno a casa e rispondo all'ennesimo ammutinamento del PC con un perfetto Mawashigeri. Lo prendo esattamente sotto il processore.
Al posto del classico kiai, gli urlo daizukan. Lasciando un tattico attimo di pausa dopo il dai e omettendo in parte la enne finale.

Lui accusa, rantola e si spegne.
A tutt'oggi giace ancora inerme, riverso nel Puttanaio.

Non credo funzionerà mai più.

Nota legale
Checca è il diminutivo di checcarina, non nel senso di ringhione.
Che non è che c'abbia qualcosa contro di, è solo che non la reputo cosa particolarmente sana. Abusando della saggezza popolare, infatti, è noto ai più che cazzinculo non fa figli
.

5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

lo tsubo Hyui è il punto debole!

[com'è andata? e scusa se ti ho dato del chitarrista, non avevo realizzato :-) ]

13:17

 
Blogger filippo fricca ricca said...

quando la sfiga diventa spettacolo.

13:03

 
Anonymous Anonimo said...

L'incipit è di Elio, vero?
Grandissimo.

Marcolino Juan Carlos

13:54

 
Anonymous Anonimo said...

E non solo l'incipit, Juan: il titolo pure prende spunto da lì.

E comunque, ghina mat ghinò.

- Musashi

11:46

 
Anonymous Anonimo said...

E' ufficiale: non c'ho capito una fava.
Mi perdoni?

15:20

 

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