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mercoledì, giugno 07, 2006

Per fare un film, ce ne vogliono tre.

Prima che esplodesse questa moda del cazzo, Matrix era un bel film, Aragorn non aveva l'improbabile espressività di Viggo Mortensen ed Harry Potter non era ancora in lizza per il Pulitzer.
Vero anche è che Tempesta degli X-Men non era così fica, però in linea di massima non mi pare che l'innegabile guadagno onanistico di questa svolta compensi i deleteri effetti collaterali.

Ma adesso basta rimuginare: le logiche di mercato chiamano, e io, che sono notoriamente un intelligentone, voglio cavalcare la grande onda del cambiamento. Ecco quindi la mia sceneggiatura, solida candidata per il prossimo kolossal targato Hollywood.

Funziona così:

EPISODIO 1

Musashi è un pacifico copywriter di Milano, un po' sfigato e timido. Quando rimane chiuso per 6 ore in un autolavaggio, si trasforma in Musashimaru: l'invincibile copy_dallo_stipendio_di_giada che terrorizza gli account e i clienti di tutto il mondo, caga headline dorate come noccioline e visual appropriatissimi.
La trasformazione dura una sola giornata, e lui ne è ovviamente ignaro.
Il problema è che Kiki Musampa, graziosa art director di cui è Musashi è innamoratissimo, lo snobba perchè innamoratissima del suo super alter ego. Risultato: Musashi cambia nome in Apocalisse, diventa un genio del male e giura di perseguitare implacabilmente il suo acerrimo rivale Musashimaru, che poi è sempre lui anche se non lo sa.

Il primo film si chiude con la sequenza cult in cui il protagonista cede al lato oscuro della forza: in un ristorante giapponese di nome Tomoyoshi.
Particolare agghiacciante: tra le fauci stringe ancora un pezzetto di sashimi.

INTERPRETI:

Musashi, Musashimaru, Apocalisse
Io.

Kiki Musampa
Wynona Rider.

EPISODIO II

Apocalisse rapisce Kiki Musampa, la porta nel suo tugurio e sfida Musashimaru ad andarsela a riprendere.
Nelle claustrofobiche ore che seguono, la scaltra Kiki s’inventa uno stratagemma a caso (una cosa tipo “ehi, Apo, qui è finita la carta igienica, mi accompagni giù a farla al bar?”) per cercare la fuga.
Apocalisse, che come tutti i geni del male riesce ad essere incredibilmente ottuso, se la beve con tutta la cannuccia e accetta. Solo che sotto casa sua non c’è un bar, bensì…(rullo di tamburi) un autolavaggio!
Ecco quindi che nell’ultima scena Kiki riesce a chiudere il nemico all’interno della struttura e dileguarsi nella notte.

Dopo 5 ore e 59 minuti di bestemmie assortite da parte del malvagio, scorrono i titoli di coda. Subito le bestemmie passano agli spettatori, traditi sul più bello.

INTERPRETI:

Musashi, Musashimaru, Apocalisse
Sempre io.

Kiki Musampa
Sempre Wynona Rider.

Omino dell’autolavaggio
Brandon Lee, resuscitato per l’occasione con la tecnica del motion capture al computer.

EPISODIO III

l’episodio finale si apre con un Flashback sulla vita della giovane eroina Musampa, che si ricorda da piccola quando con il suo retino fucsia cacciava farfalle felice e spensierata, nei sobborghi di Cesano Boscone.
Ma poi esplode l’azione pura: allo scoccare della sesta ora di prigionia nell’autolavaggio, Apocalisse si trasforma in Musashimaru, che dopo aver coniato il payoff “just do it” per Nike e il celeberrimo slogan “o così o Pomì” per l’indagatissima Cirio, scopre la sua doppia identità guardandosi nello specchietto retrovisore di una Croma.
Sconvolto dal dolore, vuole suicidarsi per sconfiggere definitivamente il nemico, ma viene fermato giusto in tempo dalla bella art ritornata sui suoi passi. Lei ha la soluzione: pare infatti che bevendo una Lemonsoda durante la classica posizione del missionario, tutte le multiple personalità dello sfigatissimo protagonista si ricongiungerebbero per sempre e lui potrebbe tornare libero. Perso per perso il supereroe (che non è un coglione) si presta all’esperimento e i due finalmente trombano come ricci.
Si arriva così al momento topico dell’intera produzione, la sequenza della Lemonsoda, che, per aggiungere pathos, viene mostrata interamente al rallentatore e con l’effetto nero di seppia.
Musashi si risveglia senza ricordarsi un cazzo di nulla, ma finalmente avvinghiato alla sua bella.
Non essendo nemmeno lui coglione non si pone domande inutili, coglie la palla al balzo e la invita a mangiare il sushi. Lei accetta, e vissero tutti felici e contenti.

Come sequenza nascosta, dopo i titoli vengono mostrati i protagonisti 10 anni dopo: Musashi è un direttore creativo di successo presso la Ogilvy, Kiki molla l’ambiente pubblicitario e si dedica alla supplenza di trigonometria in un liceo di provincia. I due si sposano e fanno 16 figli tutti maschi, che diventeranno poi l’invincibile New Team.

INTERPRETI:

Musashi, Musashimaru, Apocalisse
Invariabilmente io.

Kiki Musampa
Jenna Jameson (ritenuta più adatta della Rider a recitare l’estenuante sequenza della Lemonsoda).

Omino del Sushi
Bruce Lee, che nella hidden scene si ricongiunge al figlio a due passi dall’autolavaggio.

Bello è bello, spero solo che non divida la critica.
Nella foto: il più talentuoso dei figli della coppia: gioca a centrocampo.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

molto intiresno, grazie

07:29

 
Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

07:31

 

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