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martedì, dicembre 02, 2008

The next best thing.

Come se non sapessi che l'aria emessa dal phon profuma di lacca anche quando lo usi per asciugare l'interno bagnato delle tue scarpe da ginnastica. E del contrasto insanabile tra capelli morbidi e impomatati e la pelle marcia che protegge il piede dall'affondare direttamente nella neve. Come se non sapessi delle supreme illusioni a cui si crede per paura di un non meglio precisato peggio, che è peggio a prescindere: peggio di tutto. A tal punto peggiore che senza un qualche appiglio non lo si affronta, per quanto fittizio il tutto possa essere o apparire. Come se non sapessi che queste parole arrotolate sono a mio esclusivo beneficio, senza un motivo nè pretese di giustificarle. E non è questione di star lì a sindacare, che se tu ascolti Raf e io i Marta sui tubi non avremo mai nulla da dirci o da spartire (il che probabilmente è vero e sacrosanto), quanto piuttosto una limata di superba coerenza: la sua subordinazione alla placida serenità che ti ci vuole per andare avanti col lavoro/ragazza/hobby che è già difficile così e ti ci vorrebbero le giornate di 36 ore per riuscire a non combinare una mazza lo stesso ma con più calma. Perchè se c'è una cosa che m'infastidisce sopra ogni altra sono proprio queste carenze, questo gioco a premi del cazzo, questa corsa infinita a crearsi ostacoli da soli per poi sentirsi bravi e belli nell'averli superati e poterlo raccontare a mezza bocca per non dare l'impressione di essere uno/a di quelli/e che un po' se la tirano. Potrei continuare all'infinito, ma forse non è il caso.

E sfido chiunque a sostenere il contrario.