Punkarlino o Sancabbestia?
Ci sono infinite cose di cui ho una paura fottuta.
Usando un termine chiaro e comprensibile per tutti, credo che non esiterei a definirmi un cacasotto.
So che normalmente tale definizione non è pregna di attributi positivi, ma la cosa non mi disturba molto. Anzi, non mi riguarda affatto.
Sarà perchè non temo mai qualcuno (anzi, spesso e volentieri le persone mi fanno notare che ragiono e mi relaziono agli altri in maniera aggressiva) ma sempre qualcosa; e la paura delle cose induce meno vergogna, in quanto non scatena competizioni.
Per esempio: l'assenza di emozioni mi fa diventare pazzo.
Fin da piccolo ho sempre avuto la tendenza a costruirmi castelloni in aria per un musino grazioso, una canzone, un film, un libro o un gol segnato al 90°.
Tanto che l'altra sera, parlando con la mia buona amica LaFà, si stava ipotizzando la mia ricchioneria latente, motivandola con la tendenza a piangere a volte anche per i cartoni animati.
Ma che volete che vi dica? Io l'uomo - Denim lo schifo.
Lo trovo terribilmente debole. E irrimediabilmente ipocrita.
Per non parlare della sua infinita stupidità.
E poi sono anche snob al contrario: detesto il discutibile primato della forma sulla sostanza, l'ostentazione della ricchezza, l'esercizio arbitrario e vacuo del potere.
E soprattutto le definizioni, che chiudono persone e oggetti in spazi claustrofobici, pronti a soffocare ogni cosa che in loro è genuina.
Se tutto questo mi rende omosexuale, beh: poco male.
Dopotutto a un livello puramente razionale sono dell'idea che uomini, donne o capre: l'importante è che si goda.
Ma tornando alle paure, un'altra cosa che tollero poco è la trasparenza.
Ho sempre bisogno di un cantuccio buio dove ripararmi quando la presenza degli altri si fa opprimente: questo è il motivo per cui ho sempre la chitarra con me, anche quando esco con gli amici. Così almeno mi ci posso nascondere dietro, usando una canzone per evitare il dialogo.
Sì, perchè quando si inizia una canzone, in qualunque contesto, bisogna andare avanti fino a che non la si è finita. Anche se gli altri ti parlano.
E poi se ne può sempre iniziare un'altra.
Ma al tempo stesso, assecondando un'incoerenza patologica innata, temo molto le distanze e la solitudine.
E il silenzio ostinato che faccio seguire alla musica anche in mezzo a un gruppo nutrito di persone che chiacchierano.
Mi fa paura perchè non lo capisco: quando ho iniziato a essere così? Esiste una soluzione? Perchè uno che di mestiere fa il creativo nel mondo della comunicazione non sa comunicare?
Bah, roba da uscirci scemi.
Per fortuna sono stupido, e altrettanto pronto al riso che alla rabbia e al pianto: quindi alla fine trovo sempre un motivo per fottermene, altrimenti a quest'ora mi sarei già attaccato a un cappio.
E, in definitiva, la morte mi fa una gran paura.
Nella foto: fino all'introduzione del Futon, un ottimo nascondiglio.
9 Comments:
Smettila di cercare una soluzione, e "diventa" la soluzione.
Bacino che passa bua
16:05
anonimapuè
16:06
Non nutra il mio superego, signorina, che poi sono cazzi.
=)
16:12
P.S. Tra l'altro: ormai dovresti averlo capito che la mia bua è sempre finta.
Grazie cmq del pensiero.
16:16
ricorda Gerard de Nerval "il tenebroso il vedovo l'inconsolabile"
salù.
16:47
Usti, mi cogli impreparato.
01:12
ma io intendevo la bua alla gamba
:(
o era una finta per paccarci?
13:08
Ok, ho deciso: imparo a suonare la chitarra.
A parte questo, anche a me la morte fa una gran paura: c'è sempre troppo buio e non si trova mai parcheggio(un po' come qui, insomma).
Grazie per la visita, comunque.
16:18
@ Puè - ma no, ti pare?! C'avevo un polpaccio che sembrava una coscia!
@RVP - Fallo: mi manca giusto una chitarrista per fondare i Joy Division e sfondare nel mondo del rock.
Le corde ce le posso mettere io, così come una lampada e l'ampio parcheggio all'ingresso della sala prove (si sa mai). Grazie anche a te.
10:01
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