Last exit.
Stava lì, affacciato, con una sigaretta nella mano e il fumo negli occhi.
Non aveva una gran voglia come al solito e non provava nessun senso di appartenenza: il distacco classico di chi non può essere certo della propria autocoscienza.
Quando si sentiva così, persino la luce del sole gli scivolava addosso.
Pensava alla relatività allargata, a quale potesse essere l’entità del campo magnetico che aureolava stoico la sua figura. O se fosse dotato di abbastanza forza gravitazionale per produrre un significativo increspamento nella porzione di Spazio-Tempo che lo circondava.
A onor del vero, nutriva dei seri dubbi a riguardo.
E, va detto, non senza le sue buone ragioni.
La sua limitatezza lo desolava, al pari dell’isolamento autoimposto (ma ben assistito), delle occhiaie e dei capelli grassi. Forse anche per questo rivolgeva la propria attenzione su questioni assolute come le tematiche Eraclito-Parmenidee, o sui grandi misteri irrisolti come Tunguska, l’origine dei Nazca, il comportamento fisico dei fulmini globulari e cosa cazzo indicasse la sigla IRPEF: entità mistica che, a dispetto della sua etimologia sconosciuta, stava assumendo un ruolo di primo piano nell’implacabile esaurirsi del suo Conto Corrente.
- Andiamo tutti alla cieca, perché nessuno lo ammette?
Era una delle tantissime cose che lo piccavano non poco.
Come l’ereditarietà delle cariche statali, l’assenza di meritocrazia, l’obsolescenza del suo spazzolino da denti.
Ma anche l’innalzamento sostanziale della temperatura media terrestre, il bombardamento sistematico d’informazioni quasi sempre di scarsa o nulla rilevanza per il suo limitato microcosmo o l’apparizione improvvisa di Ezio Greggio sullo schermo del suo piccolo televisore di casa.
- Mediocre, ma decorativo. Perchè mai non sono nato come costui?
Man mano che procedeva sul sentiero dell’afflizione cercava di rendere il suo parlare sempre più forbito e il significato delle frasi sempre più sfumato, con un processo rassomigliante nelle motivazioni a quello che spinge le ragazze che vengono lasciate dal fidanzato a vestirsi bene e ubriacarsi tutte le sere: un’elaborata strategia del contrappasso emotiva, così l’avrebbe definita volentieri. Si appuntò mentalmente la definizione, casomai gli potesse tornare utile in un’ipotetica discussione dotta. O anche solo casomai.
Frattanto la Marlboro era bruciata fino al filtro, ed emanava quello sgradevole odore di plastica bruciata in tutto e per tutto simile a quello che avrebbe emanato una Lucky Strike (o una sigaretta di qualsivoglia altra marca) nell’analoga situazione.
3 Comments:
Di recente ho saputo di una partita di Marlboro a cui qualche lestofante ha aggiunto dosi di acido (Marlboro 0 - acido 1).
10:44
a volte succede che
ti perdi talmente tanto in te stesso
che poi non ti ci raccapezzi più
raccapezzarsi....
che termine del cazzo
ma poi esiste oppure è stato appena
forgiato dalla mia insana mente?
22:15
[...]
11:11
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