La maschera di fesso.
Mi presento: sono don Quijote de la Mancha.
A dispetto del mio nome, abito a Milano da quando sono nato. Anche se più volte ho provato ad evaderne, senza successo.
Un tempo dividevo le mie avventure con il fedele Sancho Panza, ma lui si è stancato di combattere insieme a me e si è trovato una ragazza.
Pensate che prima di andarsene mi ha addirittura detto che i miei nemici non sono altro che mulini a vento.
Insolente e marrano: mulini! Proprio così ha detto!
Non giganti che per anni anche lui ha combattuto, ma innocui mulini. Alla stregua di un pazzo, di un patetico folle mi ha trattato: infangando il mio onore di cavaliere e il mio stesso nome.
Sull’impeto del momento avrei certamente spiccato la sua testa dal collo, per lavare l’onta subita, ma il fato ha voluto altrimenti.
Ed è stato un bene, poiché gli amici sono una delle poche benedizioni che il tragitto che percorriamo ci offre, e bisognerebbe essere sempre grati loro per averci accompagnato per un pezzo di strada.
Quanto lungo, non importa.
Così un bizzarro personaggio dal nome francese ora mi affianca, e dal lunghissimo naso. Cyrano de Bergerac, così si chiama.
Poeta, guascone e spadaccino.
Lui ama di un amore impossibile: alto quanto la vetta delle montagne e puro come l’acqua che sgorga dalle loro sorgenti. Dal tempo in cui lo conobbi egli non si dedica che a questo: amare Rossana che non l’ama e struggersi.
Rossana io la conobbi e la trovai incantevole, ma non declamai per lei i versi che il mio buon amico scriveva. Perché già da tempo il mio cuore apparteneva a Dulcinea di Toboso: meravigliosa pulzella in nome di cui combatto, anche se sospetto esista – ahimè – solo in quel miscuglio di ricordi e fantasie che mi fanno da bagaglio e che probabilmente mai più rivedrò.
E così che ci offriamo al mondo, Cyrano e Quijote: antieroi anacronistici fino al parossismo, io con le mie battaglie e le mie cause perse, lui con i suoi sentimenti a perdere. Imbronciati, traditi, tristi.
Ma ancora in grado di stupirci e ridere per niente: a guisa di bambini che si sono persi sulla via, ma che si contentano della loro mutua compagnia e di condividere dolcissime fantasie.
O come certi personaggi dei romanzi: quelli che pagano ogni giorno il salato fio riservato all’innocenza da un mondo che d’innocente non ha più nulla.
Tranne forse l’amore.
E le dolcissime fantasie di chi ancora non riesce proprio a rinunciarvi.
10 Comments:
Immaginare la mia personale inesistenza? mi chiedi troppo amico Musashi ;-)
13:37
[...]
13:44
io dal canto mio ho sempre preferito don quijote per la sua capacità di filtrare la realtà guardandola attraverso il boschetto della sua fantasia...
cyrano secondo me è un mendicante di affetto. una razza che non mi piace...
smoms
13:55
Per una volta non siamo d'accordo, amicaSmoms.
Romanziere, saggista, alchimista (!!!), libertino, soldato... credo ne abbia combinate più lui che tutto il resto della popolazione francese dei suoi tempi.
Per me il nasone il rispetto se l'è proprio meritato.
De gustibus.
14:56
eh, lo so, ma non ci posso fare nulla...
(de sputibus non degustandum est)
buon finesettimana! smoms
15:19
io dico che..
è meglio che sia così.
a volte può essere patetico, ma vuoi mettere una vita di sogni immaginati contro una di scontrini ed eserciti?
sono con voi :-)
16:45
Ti Laureo ad Honorem.
Con Lode.
E un bacio in fronte.
L.A.
09:18
Dal canto mio ti imploro di conservarti così...merce rara!!! Fessa?
Se il prezzo da pagare fosse questo...io pago per tutti.
Orgogliosa di conservare un lato "fanciullo", entusiasta, capace di emozionarsi, ridere e giocare...e di lottare senza mai credere che non ne valga la pena!
Civetta.
16:48
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto
mi è venuta in mente
questa canzone
23:16
Esatto Chicca.
Io non perdono e tocco.
01:31
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