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sabato, maggio 26, 2007

Come boomerang stellari.

PROLOGO
Perchè racconto i cazzi miei davanti a tutti?

Mi viene chiesto abbastanza spesso, ci penso altrettanto.

Protagonismo, sfogo, palestra per le dita, cosmesi per la scrittura, esibizionismo, voglia di successo, voglia di confronto, difesa del mio diritto a un'opinione. Più Varie ed Eventuali.

La risposta manca anche a me. Non lo so.
Ma da quando lo faccio mi è caro.

Penso troppo, faccio troppo poco, mi manca il palco: forse voglio solo una pubblica gogna a cui consegnare le minchiate che mi passano per il cabezon. Non ho l'essere umano con cui vorrei farlo. Non lo trovo. Allora lo faccio davanti a tutti. Davanti ai più bravi e i meno bravi, davanti a chi passa, cercando di fare il minor casino che la mia maldestra natura renda possibile. Nessuno è fatto per star solo. Pochi cazzi.

Mi sono riletto tutto ieri. Ho rivissuto tutto.
Io che non credevo di potermi leggere addosso più di così.
E sezionarmi. E spronarmi. E farmi forza.
Sempre ammesso che abbia capito cosa questo vuol dire.
Sempre ammesso che qualcosa voglia dire davvero.
Io non so quanti siate, ma di sicuro 'ste cose le ho lette più volte io.

Perchè racconto i cazzi miei davanti a tutti?
Perchè in fondo sono l'unico a cui interessano.
E questo è un po' triste.

CAPITOLO 1
Non reputo la mia pagina insulsa rispetto alle altre.
Reputo tutte le pagine insulse allo stesso modo.

Questo inseguirsi attraverso monitor che dolgono alla vista.
Questo ragionato (non) esporsi cristallizzati in istantanee senza odore.
Questo affidare alle parole cose che erano state fatte per gli sguardi. Questo dare allo strumento più manipolabile e mendace dell'uomo cose che dovrebbero rimanere incorrotte e immutabili.

Quando addirittura il tutto non si esaurisce all'io sono più bravo perchè ho più accessi di te. O perchè scrivo meglio di te. O perchè mi linkano più persone che a te. O persone più fiche. Gerarchie. Persino sull'intimità.

Non è che tutto questo sia il male assoluto, intendiamoci.
A modo suo fa anche un'incredibile tenerezza.
Se qualcuno è ancora capace di provarla.

A me per esempio fa diventare un po' triste.
Come quando penso che gli affari miei non contino per nessun altro.

CAPITOLO 2
Iniziò tutto per i Simpson.
E per nascondere un tradimento doloroso.
Un tradimento a un amico.
Una storiaccia.
Sapevo una cosa importante per lui, non gliene feci menzione.
Forse per un buon motivo, forse per viltà.
E lui ora la paga amara.
Di là, addormentato sul mio divano.
Con una faccia da Resident Evil.
E io che cerco di stargli vicino non mi sento un po' triste.
Mi sento proprio una merda.

EPILOGO
Ipocrisie, rifiuti, conti, calcoli, schiavitù consumistica causa scarico_per_partita_IVA, incapacità comunicative, la solitudine della donna, la desertificazione: festeggiate, perchè tutto torna.

Il più è riuscire a riprenderlo al volo.
Per scagliarlo ancora.

Si spera il più lontano possibile.

7 Comments:

Anonymous Anonimo said...

il punto è:
1) raccontare i propri cazzi perché ci sentiamo soli? perché crediamo che nessuno nel mondo ci ascolterà mai? (nota bene che ho detto crediamo. in realtà gli altri ci ascoltano eccome, solo che a volte è più comodo - e so che ho detto comodo - non rendersene conto). tutto questo - e non mi permetto di fare alcun riferimento, sto solo generalizzando - mi pare un filo patologico. ma senza dubbio più economico di uno psicanalista.
oppure
2) farlo per il puro amore dello scrivere - e non si può scrivere di quello che non si conosce, per questo parliamo di noi, perché si suppone che ci conosciamo.. o perlomeno mentre scriviamo impariamo a farlo - perché sappiamo di avere qualcosa da dare, qualcosa di bello, e speriamo che almeno una piccola parte del mondo riuscirà a godere di questa bellezza, senza aspettarci niente in cambio ma per il puro piacere di sapere che qualcosa di quello che sentiamo potrebbero sentirlo anche lui, lei, loro.

io trovo che il blog possa essere uno strumento bellissimo. purtroppo il fatto che sia ormai accessibile a cani e porci lo ha inevitabilmente corrotto. la questione degli accessi, beh, quella viene da sé. quando il sogno più grande che hai è quello di fare lo scrittore le statistiche prima o poi finiscono con l'assumere un minimo valore. quello che conta, a mio avviso, è il non perdere mai di vista il motivo per cui realmente lo fai. il non tradirsi mai. e ricordarsi che dietro a tutto questo ci sono persone vere, persone che forse mai vedrai ma con cui condividi emozioni più o meno quotidianamente... in effetti tutto questo non mi fa sentire sola.

e poi sono, come sempre, solo punti di vista.

10:42

 
Anonymous Anonimo said...

[ Questo affidare alle parole cose che erano state fatte per gli sguardi ]
Questa è una definizione perfetta di "blog". Suona come una cosa esecrabile, anche se, alla fine, non lo è..

14:02

 
Blogger il blebo said...

e così muscia con attitudine metalinguistica postmoderna riflette sull'essenza ambigua di questo nostro contemporaneo mezzo. bravo.
anche a me fa tenerezza usare questo strumento, immaginando come stiamo vivendo qualcosa che verrà codificato nei libri di letteratura tra 50 anni.
tutti ci sentiamo insulsi sui nostri blog ma questo poco ci frega.continuiamo ad usare questi surrogati di diario che almeno ci permettono di rendere condivisibile qualcosa che altrimenti resterebbe chiuso in un diario che verrà perso, o addirittura non vedrebbe mai la luce. bello no?

19:54

 
Anonymous Anonimo said...

Penso che il tuo discorso iniziale valga per tutit i blogger, o per lo meno per me è così.

10:51

 
Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per Blog intiresny

11:14

 
Anonymous Anonimo said...

Perche non:)

09:29

 
Anonymous Anonimo said...

good start

09:38

 

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