Stray dog strut.
Non so, non capisco.
Dovrei avere i miei bei punti cardinali, dovrei cavalcare la rosa dei venti, dovrei fare il cazzo che voglio. Ma in verità non faccio un cazzo.
Ho pulito come uomo posseduto dal dimonio. Come se Katrina mi fosse venuta a piazzare l’occhio sopra il letto. O proprio all’interno del buco del culo, anche, giacchè sembravo un tarantolato. Persino i vetri tutti, persino dietro il tavolo del computer, persino sotto il letto. Che è un futon. Immenso. La polvere a un certo punto scappava da sola pur di evitare l’implacabile ramazza. I vestiti piegati e suddivisi nell’armadio, la lavatrice genuflessa nell’atto di richiedere una misericordia che giassà non le verrà concessa, la carta con la carta, la plastica con sè stessa, vetri e latte, cani e gatti che vivono insieme, le locuste. Ordine, pulito. Pulito, PULITO: ORDINE CAZZO! La musica del male in sottofondo, O fortuna, il Dies irae. La musica quella cattiva, urfida, di adrenalinica infanzia. Quella degli invasati.
Mi ha fermato Fuser: sparandomi un dardo soporifero tramite balestra.
E io ne avevo ancora da dare.
La bravata del Bancomat mi ha lasciato con la considerevole somma di 14.86 euro per arrivare a fine mese: indubbiamente un saldo prestigioso. Sappi che non ce l’ho con te, chiunque tu sia. Hai fatto bene, l’avrei fatto anch’io. È che di altri così coglioni al mondo non so mica se ce n’è. Dedicami un brindisino, dai, che con tutti quei soldi ti ci scappa.
Piano piano ritrovo il piacere di scrivere senza direzione. Piano piano.
Piano piano ricostruisco l’ennesima libreria infinita nell’iTunes dell’ufficio: piena piena. Che resterà a disposizione di qualcuno alla prossima scena de pazzo, com’è successo a svariate personalissime playlist prima di lei. Non importa se per adesso mi trovo bene: la storia è ciclica, e io una scena de pazzo, per un motivo o per l’altro, alla fine la faccio sempre. È matematica.
A volte mi sento come Spike. O come Fuser. Insomma, come i tantissimi che aspettano solo quella. A volte, mi sorprendo ad aspettare solo quella anch’io. Quando invece ho ancora tutto da fare. E la volontà per provarci all’infinito. E la rabbia per non aspettarla più. E la musica. Questa gabbia dorata che abito. Questa vetta esistenziale. Questa coltissima entità da cui ascoltare ogni tipo di saggezza, senza ahimè poter contraccambiare.
Fallisco e riprovo. Fallisco e riprovo: tutto qui.
Te, invece: che cazzo credi di star qui a fare?
Nella foto: see you space cowboy.
1 Comments:
questo fuser t'avrà anche fermato a forza, ma rallegrati: per i prossimi mesi vivrai in una condizione igienica quasi decente. viva, viva la filosofia dell'una tantum!
23:27
Posta un commento
<< Home