II - Dogville.
Milano 13.maggio.2007
- Stai parlando di nuovo come Enrico Ghezzi.
- E infatti ho già pronta una proiezione della Corazzata Potemkin in lingua originale. Con sottotitoli in polacco. La metto su?
- Dio mio Kurz, sei estenuante. Sono sdraiata sul tuo letto da più di mezz'ora, te ne sei accorto?!
- In effetti ho le gambe anchilosate.
- E allora vieni qui, no?!
- Luna, ne abbiamo già parlato: non così.
- Corri troppo con la fantasia. Sta calmo, vieni qui a riposarti.
- ...
- ...
- No. Non così.
- Non così cosa? Così come, Sant'Iddio?! Ti ho solo chiesto di avvicinarti.
- Curioso: credevo di avertelo chiesto io, quello.
- Ma cosa vuoi da me, una promessa di matrimonio?! Cos'è 'sta fissa dell'amore che ti ha preso? I-O N-O-N T-I A-M-O. Sei una specie di peluche appiccicoso o un uomo?
- Sono Scilla e Cariddi, se preferisci. E comunque mi basta qualcuna che non gioca al risparmio. Tu, invece: abbiamo appurato che "N-O-N M-I A-M-I", perchè fai l'arrizzacazzi?
- Vaffanculo! Lo faccio perchè ne ho voglia. Lo faccio perchè non ho bisogno d'inventarmi scuse nobili per godermi un momento. Siamo qui tutti e due, ci stiamo pensando tutti e due - è chiaro - ma tu mi parli di perdono e castigo. E m'insulti pure! Mi è passata la poesia, me ne vado.
- Ciao.
La porta fece un rumore di temporale.
- Troppo figa per impegnarti, troppo figa per un rifiuto. E l'assurda pretesa di comandare a bacchetta le sensazioni. In fondo siamo solo troppo simili.
Kurz terminò di mormorare la sua litania alla stanza vuota e silente.
In concomitanza con la prima lacrima, sorrise.
E, pensò orgoglioso: senza nemmeno bestemmiare.
1 Comments:
My fucking dilemma, my friend.
16:59
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