GoogleHeart.
Dapprima sono ottavi.
Tastiera. E fisarmonica.
Poi singole note. A pioggia.
In gruppi di otto, due giri alla volta.
Ripetizione di dolci promesse.
Archi pizzicati: la leggerezza di certi momenti.
Una scala alla fine della battuta, l’innocenza di uno xilofono.
E un arco.
Maestoso, tragico nella sua liricità.
6 note lente, scandite, mantenute.
Su una marcia di rullante.
Una marcia.
Sì, perchè sei in un marasma ma devi camminare lo stesso.
Ci si vive, in cammino.
E la vita è silenzi, tentativi di suicidio, piani ingegnosi per naufragi perfetti, menù in ristoranti scadenti, salvataggi miracolosi sulla linea di porta, alleati insospettabili, fuori programma, dubbi, liberazioni dell'animo, danze ridicole.
E ancora la tua pelle morbida e meravigliosa, il tuo sorriso, il tuo stupore. E le spirali che fai coi pensieri e le azioni.
Così ipnotiche.
In tutto questo camminiamo.
Io, te, tutti gli altri.
Sgomenti, timorosi o annoiati che sia.
Impegnati a ritagliarci una parte nel copione di un pazzo.
E spingendo una macchina che spesso non parte.
Qui - mi vida - proprio qui, sta la vera bellezza.
Si può essere e fare davvero tutto.
Ma nessuno sa come, prima che succeda.
4 Comments:
Sinceramente, questo post mi piace molto.
13:21
Ma soprattutto, non sai prima dove andrai a dormire (per le stimmate di cui sotto e per colpevole proprietà del mio futon de la muerte) :-)
Como estas, vecchio barbogio? Non ti becco più in sala prove, l'ultima volta c'erano dentro i Guns'N'Roses sedicenni :-)
13:47
insomma, te ne vai a lutetia, mi chiami, ti fornisco ciò di cui abbisogni, risparisci, ritorni, ti disluteti e non mi caghi.
bell'amico - clap clap
ti vogghio bbene
Malapuè
02:28
Non sei l'unico, noi abbiamo il batterista col Malovomito e la Malofebbre...bel periodino storico...
;-)
14:50
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