Intelligent life is all around us.

giovedì, settembre 27, 2007

Anni dopo.

E così mi sorridi.
Mi tocchi, mi abbracci.
Mi dici come va?

Va che non mi piace vederti.
Non ti sputo che sennò ti profumo.
E ricordati: io non dimentico.
Mai.
Nulla.

E ora divertiti, coglione.
E buona musica anche a te.

martedì, settembre 25, 2007

Vortex Surfer.

Terra, finalmente.

Da quando il vascello a forma di scranno ha ritrovato il suolo, sono in preda a contradditori moti d’animo. Dalla mongolfiera vedevo tutto piccolo e distante e la nostalgia era l’unica compagna. Che di posto per altro non ce n’era.

Qui invece gli spazi sono immensi e affollati.

Frequentandoli, fatico a non assumerne le dinamiche. I ritmi, le pose.
Le possibilità sono così tante che non stanno nella testa: combinate con una capacità critica minimalista pari a quella che sfoggio, risultano d’impossibile gestione.

Non levitavo per condanna, piuttosto per inclinazione.
O per mancanza d’inclinazione, al limite.
Che non amo le scene che faccio e non sopporto le ginocchia sbucciate.

Mi piace pensare a un’avaria.
Mi piace pensare che mi abbia abbattuto la contraerea.
Ma in fondo lo so che è una scelta. Come tutto il resto.

Si tratterebbe solo di non lasciarsi disgregare.
Hai detto cazzi.

giovedì, settembre 20, 2007

V - The Amadeus Syndrome.

Milano, Stazione Centrale. Scritta a pennarello rosso su un muro.

19.09.2012 - h 22:09
Non è una fuga. Un itinerario, piuttosto, una ricerca: voglio vedere come poteva essere se non avessero vinto gli imbecilli. Voglio rendere omaggio all'ovvietà della natura prima che gli imbecilli ne portino via anche le ultime tracce. Soprattutto: voglio parlare con qualcuno che chiama ancora gli imbecilli col loro nome: imbecilli. Quelli che usano il deodorante per ambienti in cesso dopo aver cagato. Controllate nei micragnosi uffici: pochissimi bidet, spesso nessuna finestra, ma quant'è vero Iddio il Glad al mughetto c'è sempre. Prima o poi entrerete dopo quello che ne ha abusato pranzando al fast food, poi mi direte. Quando vi succederà (perchè vi succederà) inalate a pieni polmoni quell'olezzo vomitevole e ringraziateli: gli imbecilli. Grazie, macchine ferme un'ora al casello, tecnici della lavatrice, mutui a tasso variabile. Grazie, TV on-demand, videofonino, locali con la selezione all'ingresso. Trepidate, sospirate pensando a quando prenderemo shuttle come aerei e andremo a trovare i suoceri su Marte. Rammaricatevi se con ogni probabilità non ci sarete. Sperate piuttosto nei vostri putti figli del progresso: almeno loro, che ve lo salutino il Deserto Rosso.
Cheppalle il buonsenso, il pensiero, i valori. Via, Via! Fuori loro, spazio a quel gilet in pelle di jaguerondi, a quella bella vetrina e all'azione! Basta con 'sti Einsteins del cazzo! Che bisogno c'è poi di pensare? Viviamo il miracolo dell'Illuminismo tecnologico. Per correggere tutto, per svegliarci in tempo utile e lavorare, per cuocere un pollo che fa cagare in 3 minuti netti. Le fragole non andavano bene com'erano: servivano più grosse, più rosse, più appetibili, più estetiche. Le volevamo euclidee, teoretiche, esclusive, elitarie, fuori stagione. Che poi chi cazzo l'avrà mai brevettato 'sto metodo delle stagioni?! Fa cagare: personalomente odio l'inverno. Lo odio. Proprio come le fragole che sanno di Big Babol. Basta latino: piuttosto insegnamo a scuola la scienza della comunicazione. Basta storia: piuttosto insegnamo la scienza del marketing. Basta con la scienza: insegnamo il karate. E come usare un serramanico. E soprattutto: basta con la geografia. Che poi alla prima guerra cambia tutto e non è servito a un cazzo studiarsi tutte quelle capitali dai nomi incomprensibili tipo Reykjavik. E anche 'sti scandinavi: che la smettano di sentirsi tanto al sicuro! Che se appena appena il ghiaccio diventa un bene utile alla collettività dichiarano guerra pure a loro. Che la scuola prepari al lavoro! Che le relazioni preparino al lavoro! E che le puppate di cazzo siano funzionali al lavoro. Anzi: dov'è finito Lele Mora?! Proprio adesso che avevo deciso di farmi inculare! Non vedevo l'ora!
Narra la leggenda che W.A. Mozart scrivesse opere incredibili direttamente in bella copia, ma non sapesse cambiare nemmeno una sola nota a cose fatte. Corre voce che il primo album dei Negramaro facesse cacare prima d'incontrare Corrado Rustici. Io personalmente cercavo solo un pianeta: il più vicino di tutti. Volevo starmene lì con lui e giocare alla gravitazione universale. Magari ridendo di quest'accozzaglia intergalattica che ammicca benevola e approssimativa. Solo dopo ho capito di essere morto. Un morto che corteggiava qualcosa di vivo, una nana bianca invaghita di una giovane stella: non poteva funzionare. Così me ne vado. Col sorriso di chi sa che prima o dopo, volenti o nolenti, seguirete tutti il mio fato. Così come vi dovrete trascinare dietro un innumerevole numero di rimpianti, in tutto e per tutto simili ai miei. Povere polveri di zombies: chiudete gli occhi così bene che non ve lo aspetterete nemmeno più. Reagirete con un "c'è un errore!" stupito. Ma non disperate: da cadavere tutto assume una prospettiva più tollerabile. Sarà che si ha meno da perdere. Al limite, se doveste sopravvivere anche alla morte chiamatemi: a quel punto saremo davvero buoni amici. Ma ora è tempo di scappare, prima di perdere anche l'ultimo treno. E ricordate: se non volete appestare il cesso con l'odore della vostra merda, basta tirare l'acqua subito, appena si è cacato. Semplice, no?

giovedì, settembre 06, 2007

IV - Vitale, ma anche no.

Milano, a cavallo tra il 5 e il 6.giugno.2012

Tutto questo è ridicolo.
Non ne trovo il senso.

- Quindi? Che intenzioni hai?

Non lo so.

- È solo che vorrei fare le cose per bene.
- Eh! A chi lo dici...
- Scemo, non in quel senso.
- Ma in CHE senso, allora, Luna?! Che seghe ti stai facendo ora?

Non lo so.

- Cosa credevi succedesse?

Credevo succedesse, più che altro.

- Perchè sei venuta qui, allora?
- Clacson...
- Ma Clacson un cazzo! Non ti capisco.
- Beh, nemmeno io se ti può cons...
- NO. NON mi consola.
- Hai ragione, scusa.

“Scusa”? Ma che cazzo sto dicendo?!

- No, senti: vieni qui che ricominciamo.
- Ecco, brava: ricomincia và.

Il tempo di un pompino più tardi.

Comunque tutto questo è ridicolo.
Non ne trovo il senso.

- Sigaretta?
- Si, grazie.
- Non che mi dispiaccia: ma perchè hai voluto fare tutto tu?

Non lo so.

- Perchè, che ti frega? È importante?
- In effetti no. Ma volevo farti godere anch’io.

Godere... già: di solito si gode.
Chissà, può darsi.

- Sarà per un’altra volta.
- Eheheh. Contaci.

Nessun pensiero strambo, nessuna verità filosofica.
Le seghe mentali stavolta le metto tutte io.

- Clacson...
- Mmmhhh?
- Ma tu sei innamorato di me?
- ...
- ...
- Innamorato è una parola grossa.

Sì, lo dico sempre anch’io.

- Però fai dei gran pompini.
- ...
- ...
- Meno male.
- Meno male? Sei strana, sai?

Già. Stasera mi ci sento proprio.

- Va beh: buonanotte, Luna.
- 'notte.