Intelligent life is all around us.

venerdì, agosto 31, 2007

III - Clacson.

Milano 5.giugno.2012

- Stai pensando a cosa mi faresti?

Sei proprio brava. Sorridi come quell'attrice francese*.
Quando l'unica cosa migliore del tuo culo è il tuo viso, sei proprio brava.
Ma vincerò io.

- Ehi? Mi ascolti? Perchè mi guardi così?

Signora Luna, LunaOnTheMoon, Lunawalker: la più bella del paese.
Per questo, Kurz? È stato per lei?
È stata lei?

- Mi sento a disagio.
- Non devi.
- Ah, ma allora ce l'hai ancora la lingua!

Più di quanto tu creda.

- Quindi?
- Quindi cosa?
- Stavi pensando a cosa mi faresti?
- Assolutamente.

Vedi Kurz, non mi frega un cazzo di dove sei finito.
Ma se è per lei, sappi che stasera me la faccio.

-...lo strano è che le situazioni...

Non c'hai mai avuto la testa: questo lo sapevamo tutti.

-...e poi anche quella del negozio di fiori...

Uno spreco totale, in ogni campo.
Non sapevi mai che fartene. Di nulla.

- ...non trovi?
- Proprio come hai detto tu.
- Infatti! E pensa che anche...

Sì: lei centra eccome.
Tu hai perso.
Ma io vincerò.

- Luna, scusa se t'interrompo: vieni da me?

* Monica Bellucci, nda

martedì, agosto 28, 2007

II - Dogville.

Milano 13.maggio.2007

- Stai parlando di nuovo come Enrico Ghezzi.
- E infatti ho già pronta una proiezione della Corazzata Potemkin in lingua originale. Con sottotitoli in polacco. La metto su?
- Dio mio Kurz, sei estenuante. Sono sdraiata sul tuo letto da più di mezz'ora, te ne sei accorto?!
- In effetti ho le gambe anchilosate.
- E allora vieni qui, no?!
- Luna, ne abbiamo già parlato: non così.
- Corri troppo con la fantasia. Sta calmo, vieni qui a riposarti.
- ...
- ...
- No. Non così.
- Non così cosa? Così come, Sant'Iddio?! Ti ho solo chiesto di avvicinarti.
- Curioso: credevo di avertelo chiesto io, quello.
- Ma cosa vuoi da me, una promessa di matrimonio?! Cos'è 'sta fissa dell'amore che ti ha preso? I-O N-O-N T-I A-M-O. Sei una specie di peluche appiccicoso o un uomo?
- Sono Scilla e Cariddi, se preferisci. E comunque mi basta qualcuna che non gioca al risparmio. Tu, invece: abbiamo appurato che "N-O-N M-I A-M-I", perchè fai l'arrizzacazzi?
- Vaffanculo! Lo faccio perchè ne ho voglia. Lo faccio perchè non ho bisogno d'inventarmi scuse nobili per godermi un momento. Siamo qui tutti e due, ci stiamo pensando tutti e due - è chiaro - ma tu mi parli di perdono e castigo. E m'insulti pure! Mi è passata la poesia, me ne vado.
- Ciao.

La porta fece un rumore di temporale.

- Troppo figa per impegnarti, troppo figa per un rifiuto. E l'assurda pretesa di comandare a bacchetta le sensazioni. In fondo siamo solo troppo simili.

Kurz terminò di mormorare la sua litania alla stanza vuota e silente.
In concomitanza con la prima lacrima, sorrise.
E, pensò orgoglioso: senza nemmeno bestemmiare.

giovedì, agosto 23, 2007

I - Eraclito in rock.

Milano 5.giugno.2012

Kurz disegnò una linea orizzontale proprio al centro del foglio.
Dritta come un fuso: era incredibile come ci riuscisse a mano libera.

- Vedi, Luna, questo è il bene. Placido, ininterrotto: una bella linea retta.

Poi scrisse nella sua orribile calligrafia “Perdono” sul margine superiore del foglio e “Castigo” su quello inferiore, rivolgendomi un sorriso istrione.

- E qui abbiamo gli estremi. È solo un esempio, eh?! Il ragionamento vale più o meno con tutti gli opposti che ti possono venire in mente.

Aveva l’atteggiamento del professore.
Mi faceva incazzare, quando partiva così.

- Tu dovresti essere quella linea. Equidistante e imparziale, come un monaco buddista o i migliori burocrati.
- Mi stai dicendo che la felicità è un’anonima calma piatta?

Il sopracciglio già mi puntava verso l’alto. Per rispondere cercai il tono più supponente del mio repertorio: volevo abbinarlo a quella che era sicuramente l’espressione più strafottente.
Anch’io sapevo indisporlo.

- Sembra palloso, Kurzy.
- Ti sto dicendo che la serenità, l’ordine, l’armonia o come cazzo la vuoi chiamare è figlia dell’equilibrio, stronzetta - sorrisino - Tu sei già quella linea. Tutti lo siamo, solo che siamo elastici. Ed esposti a mille bufere. Ondeggiamo disegnando curve ubriache con le nostre emozioni: quando ci allontaniamo troppo dal centro soffriamo come cani per il colpo di frusta, e godiamo solo nei brevi tratti sulla retta via. Lì ci sentiamo sicuri su chi siamo e cosa stiamo facendo. Non sono io palloso, al limite lo è la logica. O l'umana natura.

La cosa si faceva interessante. Forse era per lo stronzetta, o l'espressione con cui parlava, ma già avevo voglia. Non c’è nulla di più eccitante di chi oppone resistenza. Sapeva come resistere.

- Non dirmi cazzate: guarda che l’ho conosciuto anch’io.
- Non ho detto che sapeva resistere o che resisteva spesso: dico che sapeva come farlo quando lo faceva. Aveva classe.
- Mphf, non ho capito un cazzo di quello che voleva dirti e non capisco cosa intenda tu ora. Mi sembra uno di quegli sfasi post-cannone e pre-fame chimica. Ti concedo la classe, ma con riserva. Và avanti.

Lei sorride. Con la faccia da schiaffi.

- Se la pianti d’interrompermi, stronzetto.

Fa esattamente come lui.
Apposta, la troia.

Ha ragione, comunque: già vorrei scoparla.

martedì, agosto 21, 2007

Dilemmi.

Mi si è cariato un dente del giudizio.
Trovo tutto molto emblematico.

Life's so rollercoasting.

L’accordo porta armonia.
L’armonia porta benessere.
Il benessere porta alla ricchezza.
La ricchezza porta alla competizione.
La competizione decade in cupidigia.
La cupidigia porta discordia.

La discordia impoverisce.
La povertà esaspera.
L’esasperazione rende vulnerabili.
La vulnerabilità rende aggressivi.
L’aggressività eccita.

L’eccitazione conduce alla caccia.
Nella caccia, i predatori predano le vittime.
Le vittime generano compianto.
E il compianto degenera in vendetta.

La vendetta muta vittime in nuovi predatori.
I nuovi predatori uccidono quelli vecchi.
E anche i predatori diventano vittime.

Nuove vendette fanno il loro ciclo.
Faide. Tutti contro tutti.
Dopo un po’ di tempo, pochi ricordano il principio.
E ciò non li esenta dalla sofferenza.

La sofferenza di molti genera la disperazione di tutti.
La disperazione muta in paura.
La paura insegna l’umiltà.

L’umiltà diventa coraggio.
Il coraggio induce l’ammirazione.
L’ammirazione diventa emulazione prima, forza poi.
La forza impone l’ordine.

E l’ordine genera l’accordo.
Ancora. Da capo. Ad libitum.

A ogni alba, il germe della corruzione rimane.
Non dovremmo innamorarci troppo delle sfumature rosso-rosate.
O del frutto delle nostre mani.

Per esempio, Valentino dichiarò che essere eleganti è un dovere.

Nientemeno.

Rispondo ora, con un sorriso: devi morire, ricchissimo frocio.
Crepa, bastardo, crepa. CREPA!

lunedì, agosto 20, 2007

La gaia ars obliqua.



Oh, yeah.

sabato, agosto 11, 2007

Milano e un po' Bob.

Solo i soliti propositi di pace universale post-vacanze.
Nulla di nuovo, nulla di veritiero.
Ma è comunque doveroso ringraziare.
E concedersi una sicumera, ohibò: ne valeva la pena.

Uh, ma guarda quanto ossigeno...
Stir it up.