Intelligent life is all around us.

lunedì, aprile 30, 2007

Lullaby.

On air: Percusien.Fa - Erik Mongrain

Buonanotte all'uomo nero
Si è assopito sul cuscino
Che era stanco e assai pentito
Di rubarmi del respiro.

Buonanotte all'accendino
Che ha finito il suo lavoro
E ora sta in mezzo al casino
Privo di uso e di decoro.

Buonanotte alla bottiglia
Che da piena adesso è vuota
Nel finirla non si sbaglia
Certe volte va finita.

Alla festa e alle parole
Alla notte: buonanotte!
Perchè è giusto ringraziare
Per le cose dette e fatte.

Ma ora pensa solo al buono
C'è silenzio: sta a sentire
L'eco spegne un altro suono
Tutto quanto va a dormire.



Sssst.

domenica, aprile 29, 2007

Da dove partono i treni.

Mi chiama Rivolo per andare a prendere Fuser in stazione.

Egli, evidentemente in eucaristica versione buonsamaritano, pare aver pagato il biglietto a un maghrebino per salvarlo dal controllore satrapo.
Il maghrebino suddetto ha garantito sulla presenza di suoi "amici" al binario, in grado di risarcire l'apostolico Fuser per il pio gesto.

Io e Rivolo, lungo il tragitto, dimostriamo scetticismo.

Musashi
... ma quindi noi saremmo l'assicurazione?

Rivolo (sghignazza)
...

Musashi
Minchia, a saperlo mi portavo il taglierino.

Rivolo (ride)
...

Musashi (sospirando)
Ma checcazzo.

Al binario, Fuser arriva aureolato da una sorridente babygang islamica.
Io e Rivolo persistiamo in uno xenofobo scetticismo.

Il decano del gruppo ci invita a bere un caffè, incassa il declino da gran signore e fuga gli eventuali dubbi rimasti sul ruolo sociale di pusher: cacando sull'unghia di Fuser gli euro 75 del biglietto da una mazzetta di cinquanta che noi tre non avevamo mai avuto nella vita. Poi graziegrazie, sorrisoni e ognun per sè.

Fuser
Avrò mica aiutato un terrorista?

Mah, Inshallah.

Tra il favoreggiamento e l'iscrizione ad Al jazeera si sono fatte le 10: a quell'ora, nulla al mondo può impedire a uno stomaco in digiuno di pensare al cibo. Ed è andando verso il cibo che, girando l'angolo, schiviamo a malapena la chitarra di un marcantonio che sta per incazzarsi con la tipa.

Lui è tutto preso dal filo del discorso, le sta dicendo che "così non va bene per niente" con quel tremorio alla palpebra che presagisce la sclerata: ci guarda appena senza smettere di parlare. Dev'essere proprio incazzato.

Il buon Vinicio.
Incazzato con la sua donna. Come un'ape.
Per Fuser era come sarebbe stato per me avere davanti Allen Iverson.

Non gli abbiamo detto nulla, non era il caso.
Ma io, che ultimamente ci faccio i conti spesso, un sorrisino maligno non ho saputo proprio trattenerlo.

E con gli occhietti, gliel'ho detto:
ahi, l'hai vista sporta alla ventana?

sabato, aprile 28, 2007

No sleep.

Io. Amo. Il. Talento.

martedì, aprile 24, 2007

Euclide sussurò a un cavallo.


Siamo bambocci, siamo babbei.

Spalmare questioni tridimensionali su un foglio.
Togliere la profondità per farle sembrare più semplici.
Togliere la profondità per togliere la paura.
E che nessuno parli di prospettiva, per carità.

La circonferenza è bella.
La circonferenza è equidistante, imparziale.
Il contatto con la circonferenza rende perfetti.
Ci puoi anche credere, prima di scoprirti scaleno.

Come le forme e i contorni.
A volte si stagliano sullo sfondo, nitidi da ferire gli occhi.
Ma dura un attimo, poi scompaiono.
E non prendertela con gli oggetti: sei tu che sfochi.

Ti senti radiale o ti senti radiato?
Dormire poco sfoca.
Il sale è il sapore, ma anche il fuoco sulle ferite.
Fumare molto sfoca.

Tastini quadrati su tastiere a rettangolo, su schermi quadrati su pagine a rettangolo, lineette e curvette e segni e parole e frasi e concetti e discorsi e tanto da dire. Oh sì: tanto tanto, babebabe, tantissimo da dire!

Senza un odore, un sapore o una risata.
Senza nulla di vivo a confortarci e scuoterci un po'.

Perchè siamo bambocci, siamo babbei.

Nella foto: la matematica gli diede fama, benchè fosse il suo errore più grande. Bizzarro fato, messere alessandrino.

lunedì, aprile 23, 2007

Back to the serious thing.


Ora che ho spiegato il senso ultimo dell'hammore e che sono un idiota con parole chiare e comprensibili per tutti, torniamo pure a noi.

1.
Un collega mi porta "A weekend in the city" dei Bloc Party. Lo ascolto mentre scrivo di surgelati amorosi duduedadadà e penso:

apperò!

In compenso, più lo sento e più mi viene voglia di riascoltare "fake sound of progress" dei Lost Prophets. Non so perchè: forse c'ho le sinapsi stressate.
O forse, sonofattimiei. <-- (da pronunciare come Raz Degan)

2.
Denver ha vinto a casa di San Antonio gara 1 dei playoff.
Lo dico in tempi non sospetti: se arriva in finale io parto per tifare Allen Iverson. Piuttosto mi fo licenziare, ma parto. Lo giuro.

3.
Bargnani ha fatto cacare molle al suo, di esordio ai playoff.
Dategli tempo, che quello spacchetta.
Nella foto: quanto costerà un volo per Denver?

OT: sì, lo so. Ma qui le cuffiette ci stanno proprio.

sabato, aprile 21, 2007

Questo sono io.

Mmmh, l'ho presa con stile.

Già sul "saggio" avevo avuto i miei bei problemi, "errore" era troppo.
Volevo solo continuare a sorriderti, capisci?

A me 'ste odi strazianti sugli amori mancati, subiti o sfiorati di un pelo un po' mi rugano. Mi fa incazzare ritrovarsi tutti standardizzati perchè siamo abituati a certi clichè. Lei non ti ama --> piangi, lei ti ama --> sbrodoli: eccheppalle.
E poi ci sono casi e casi, per Dio, o dobbiamo per forza essere tutti uguali?

L'amore obbedisce come tutto il resto alle leggi logiche, cazzo.
L'amore non fa nessun cazzo di miracolo, cazzo di un cazzo.

Se per te ha una qualche valenza te lo ricorderai; se te ne fotti, due giorni e stai apposto. Lo provi perchè stai bene con una persona, non perchè quella persona ti accanna. L'amore è la cosa meno poetica del mondo: è fatto di gomitate mentre ti giri nel letto, di saliva azzerata nella foga dei baci, di rumori strani dalla pancia e dai polmoni, di posizioni scomode per riuscire a vedere un film coi corpi appiccicati. E se ci si riesce, dopo poco si suda sgradevolmente.

L'amore è tutto quello che normalmente ti farebbe imbarazzare fino alla morte (hai presente l'espressione mentre godi? Ti pare intelligente?) che diventa splendido per un momento. Diventa splendido con un'altra persona.

Dovresti sentirti in colpa perchè mi hai fatto provare questo?
Dovrei sentirmi in colpa perchè l'ho provato?
Dovrei darti della troia maledetta perchè non le provavi?

È idiota. Non ha nessun senso.
Le cose vanno come devono: è andata così.

Ci si dovrà vedere, mica è semplice.
Volendo, vieni qui e leggi. Mica è semplice.
Con quell'aria bella pacifica mi dici che forse capirò che la gente sbaglia.
A me che sono un campionario di cazzate impilate una sull'altra.

Eh no, cazzo.
Risparmiami la pietà o l'adulazione da 2 lire, non le merito.

Mi doveva succedere. Grazie a Dio che è successo! Sono saltato da una storia senza senso all'altra facendo del male anche a persone belle, che non se lo meritavano, tutto perchè era passato così tanto tempo dall'ultima volta che avevo provato certe cose che ero convinto non potessero più esistere crescendo.

Voglio dire, sai che menate cosmiche si può fare un maschietto nel fiore degli anni perchè non ha più così voglia di chiavare? Perchè gli si alza più facilmente facendosi una sega? Questo in quei film romantici del cazzo non lo fanno vedere, vero? Eppure è l'amore che ti fa desiderare una persona. Così tanto che se non ti tocca stai male fisicamente, così tanto che vorresti che fosse lei a farti male.

Io ti ho detto di colpire più forte che potevi.
Ti ho dovuto quasi pregare, ero pronto anche a inginocchiarmi se volevi.
E tu hai colpito. Lealmente e onestamente: mi hai detto sempre tutto.

E ora che finalmente sento un male cane io, me lo voglio tenere stretto.
Voglio ricordarmelo per la prossima volta, che 'sto giro so che ci sarà.
Voglio arrivarci coi conti in pari, a quella persona benedetta.
Liscio come il culo di un bimbo.

Voglio solo continuare a sorriderti, lascia perdere gli atteggiamenti, le scuse e le frasi di circostanza. Sono del tutto inifluenti ai fini del risultato.
Parlami se hai qualcosa da dirmi, chiedimi quello che vorresti chiedermi, ma non arrivare a parlarmi di che tempo fa: come ti dicevo prima l'imbarazzo è per gli innamorati, riservalo al tuo 80%.

E poi, non ti piace Damien Rice: è evidente che non potevi essere tu.

Volcano - Damien Rice
Don't hold yourself like that
You'll hurt your knees
I kissed your mouth, and back
And that's all I need
Don't build your world around
Volcanoes melt you down

What I am to you is not real
What I am to you, you do not need
What I am to you is not what you mean to me
You give me miles and miles of mountains
And I'll ask for the sea

Don't throw yourself like that
In front of me
I kissed your mouth, your back
Is that all you need?
Don't drag my love around
Volcanoes melt me down

What I am to you is not real
What I am to you, you do not need
What I am to you is not what you mean to me
You give me miles and miles of mountains
And I'll ask
What I give to you is just what I'm going through
This is nothing new, no, no just another phase of finding
what I really need is what makes me bleed
But like a new disease, Lord, she's still too young to treat
Volcanoes melt you down...
You do not need me


Conosci bene l'inglese, no?
Ma forse hai ragione tu: nulla di che.

venerdì, aprile 20, 2007

Champagne!

Mi hai strappato il più sincero, caldo e spassionato sorriso da quella ognimaledettadomenica.

Sai, la cagata l’ho combinata io, volendo.
Le ho detto più di quanto non dovevo, volevo, potevo dire.
Quella minchia di frase su cui tutti si fissano, in un modo o nell’altro.

Era mattina, c’era il sole, per non so bene quale bizzarro caso del destino il mio buonamico Fuser era lì con noi a fare colazione. Sotto casa sua, al bar. Voglio dire, era troppo da sopportare.
Troppo per non dirla, intendo.

Il fatto è che guardavo questi due mondi così diversi interagire tra loro: il mio coinquilino orso, compagno di liceo e disavventure, e questa incredibile novità.
Questa insperata fortuna, questa assurdità del sistema, questa divina idiozia, questa monumentale cretina, questo violino antropomorfo, questa figurina Panini appiccicata al mio album cerebrale. Questo strano oggetto, insomma, che ai miei occhi contiene tutto il resto del mondo conosciuto.

Li guardavo e mi sembrava di essere dentro una pellicola. Era così bello vederla insieme alla persona che mi è più familiare e far finta che fosse familiare anche lei. Parlavano insieme. L’alfa e l’omega del mio piccolo, minuscolo mondo.
Come se fosse cosa normale, di tutti i giorni.

E lei è uscita. È stata un’esigenza improvvisa, forte: me ne stavo già andando a casa, sono tornato indietro e gliel’ho detta. E te lo giuro: lo sapevo che avrebbe reagito così.

Quindi perchè mai l’ho fatto?
Boh. L’ho fatto perchè in un certo senso sentivo che andava fatto.

È uscita piena di polvere. Quando ragionavo sull’eventualità di dirla ancora o meno, ero sicuro che in bocca mia sarebbe sembrata sghemba, buffa, grottesca. E invece suonava bene: in quella breve affermazione sorridente, ad ascoltarla bene, c’era tutto.

Carezze, sesso, discorsi strani, affinità, l’imbarazzo di aver russato molto poco poeticamente tutta la notte disciolto in una risata, le unghie sulla schiena, la voglia di mordersi, il mattino, stica e anche qualcosa in più.

Sai cosa mi dà incredibilmente al cazzo? Ci sono cose che uno si centellina per non farle confondere in ‘sto mare di merda, ci sono cose che non vengono fuori mai quando dovrebbero e finisci per darle in pasto a chi non sa che farsene. Sempre.
Invariabilmente. Attimi e ti devi pure scusare per averle dette.

(non lo leggo ora: lasciami finire di scrivere. E poi, cazzo, mi vuoi lasciare almeno l’inutile soddisfazione dell’ultima parola?)

Come se non ti sentissi già abbastanza un coglione di tuo a provarle, come se non ti facesse incazzare da matti ‘sta idealizzazione dell’argomento, utile solo per dare l’impressione a bambocci mai cresciuti che la scopata rimediata grazie alla magica frasetta sia in effetti qualcosa di più.

E poi che cazzo ancora? Ora che sei lo stereotipo del patetico e livoroso stronzone che ha preso fischi per fiaschi e stressa il cazzo al mondo dalla sua paginetta web. Ora che la tua sensazione di essere fermo ai 14 anni ha una nuova e convincentissima base su cui poggiarsi, ora che cazzo dovrebbe succedere?

Miracoli divini?
Altri 7 anni di fondale marino?
Un valido spunto per quel libro che ti piacerebbe scrivere?

Cosa, cazzo, cosa?!
Cosa se non il tuttougualeaprima che rompe così tanto i coglioni?!

Lo so, lo so, porco il Dio: lo so che succede a tutti ogni cazzo di giorno se solo ci si piglia la briga di esistere almeno un minimo invece di vegetare. Lo so che non è una tragedia, lo so che sono un viziato, lo so che non sono obbiettivo e lo so, porco il Dio, lo so.
Ma io era da un po’ che vegetavo e non ci sono più abituato. E in più, bastarda la Madonna, credevo di avere una difesa impenetrabile, invece quel coglione del portiere ha ceduto al primo tiro in porta un minimo angolato.

Questa minchia di moto dell’animo con cui ci si riempie la bocca, questa cazzata tremenda che ti riporta alla realtà, questa infinita puttanata che nessuno sa più cosa cazzo sia, tanto è stato detto e scritto a riguardo.

Ecco, lo so descrivere benissimo anch’io cosa vuol dire innamorarsi:
a me, innamorarmi, fa incazzare abbestia.

E ora basta, vado a casa o finisce che bestemmio sul serio.
Dio’ane.

giovedì, aprile 19, 2007

Questa è Sparta?

Io lo sapevo che c'era.

Non importa quanto siano confuse e intrecciate tra loro le tue sensazioni: c'è sempre qualcuno che le ha comprese meglio e ne ha fatto musica.

A volte una splendida musica.
A volte, così precisa che.

A volte, così perfetta che.

Ladies & gentleman: Vinicio.
Giù il cappello.

Camminante
Ahi, t'ho visto sporta alla ventana
Seguir lontano il volo del gabbiano
Hai masticato muta un benvenuto
E t'ho incontrata strana

Non cerco più la festa del tuo sguardo
Né tantomeno il volto che mi è amico
Ti guardo, ti saluto e mi ridico
Che è fatica averti

I capelli neri e unti come il corvo
Le labbra strette al nodo dell'orgoglio
Odiami per non cadere pronto
Nell'amore che non voglio

Così m'incontro solo, solo e perduto
Come quando gli uccelli se ne migrano
Lasciando il loro nido
Come quando gli uccelli se ne migrano
Lasciando il loro nido

Però resto contento
Per quello che è passato
Mi porto appesa al cuore una promessa
E qualche bacio rubato

E voglio restar quieto
E sognar disperso
Sognar che stiamo noi due soli
E nel mare aperto
Sognar che stiamo noi due soli
E nel mare aperto

Toglietemi passioni, amici,
Il riso del saluto
Ma non si può perdere quello che
Mai in fondo si è tenuto
Non si può perder niente se
Niente in fondo si è mai avuto

Le seppie han le ossa bianche e l'ippogrifo
Ha il becco scuro e forte è il suo nitrito
Distante come il cielo in Patagonia
M'avvio abbracciando i sogni che ho patito
distante come il cielo in Patagonia
M'allungo ai sogni che ho patito

Come quando gli uccelli se ne migrano
Lasciando il loro nido
Come quando gli uccelli se ne migrano
Lasciando il loro nido


...scusami Vinicio. Lo so che rovino tutto, ma questa gliela voglio dire:
ti avrei ribaltato la vita come un guanto.

Cheers.

Punto.

Bravo, incredibile testa di cazzo.
I miei più sentiti complimentissimi.

Being Musashi.

Poichè, invero, da sempre combino cazzate.

In Marocco persi il passaporto sul taxi che mi stava portando alla frontiera.
Tornai dopo una settimana, rigirando al pusher gli ovuli che mi ero già mangiato (e ricacato) in cambio dei soldi per arrivare all'aereoporto di Malaga.
Non fu un bel momento.

Quando suonavo, sbagliai la data di un concerto.
Ci presentammo al locale di Caronno Pertusella (in culonia) con gli strumenti e tutto l'ambaradan: avevamo preso una mezza giornata nei vari uffici per smontare la saletta, andare al locale, rimontare e fare il soundcheck.
Il concerto era il giorno dopo.

Nemmeno quello fu un bel momento.

Come stasera, quando mi sono presentato al campetto di calcio per giocare la partitella con i colleghi. Mi sono simpatici, li conosco da poco: non è stato bello arrivare un'ora dopo, proprio mentre loro uscivano sudati dal campo.
No, non è stato un bel momento per niente.

Dovrei smetterla di farmi le canne.
Poichè, invero, da sempre combino cazzate.

martedì, aprile 17, 2007

Gocce.

Nessuno ti protegge.
Nessuna pietra, nessuna fortuna.

Mi è entrata in circolo una dissonanza, mi ritiro per deliberare.
E il naufragar, mi é dolce in questo sciacquone.
Blub.

lunedì, aprile 16, 2007

Reach out, touch faith.


I think it's time I found a new religion.
Dalle lettere di JKay ai Corinzi

Ogni scarrafone è bell’ a mamm’ soja.
Dal Vangelo secondo Pino


Il mio Dio personale non sta ai vertici nel consesso delle divinità.
È alto appena 12cm, non fa miracoli e non ha nessun potere arcano.
In compenso con le carte se la cava.

Non è nemmeno che sia un grosso creatore, visto che ha creato solo me.
Horus
Ho fatto l'Egitto.
Zeus
Ho creato la Grecia.
Dio
Ragazzi, mi pareva un po' poco.
Ci ho messo attorno l'Universo.

Allah pensa "il solito sborone", Lucifero pensa “gli vò nel culo”.
Lui legge pensieri rosiconi e si pavoneggia.


IlmioDio
Fico! Ci posso mettere dentro anche Claudio?

Silenzio imbarazzato.

Dio (sospirando)
Va bene. Ma ora torna a giocare col pongo, eh!

Tra me e lui il rapporto è molto easy: per questo lo preferisco a quell'altro che è prepotente. Voglio dire: avrà fatto anche tutte 'ste meravigliose sticazzicherie, ma poi le perseguita con miriadi di tracobetti per vedere se gli sono fedeli, è uno sbirro inflessibile e se li sgama s'incazza a morte.

No, dico: ma sarà questo il modo?!

Fortunatamente, IlmioDio è diverso.
Per esempio, sulla faccenda del dopo abbiamo avuto un dialogo chiaro.

IlmioDio
Allora: gradisci qualche forma di vita dopo la morte?
Musashi
Anche no, grazie.
IlmioDio
Bene, perchè 'un so mica se mi riusciva.
Musashi
Sospettavo. Faremo senze.
E tu come stai? Figa?
IlmioDio
Macchè, tutte troppo alte.
Venere c'ha un culo chiacchierabilissimo.
Musashi
Capisco.
Vabbeh: bella Earl.
IlmioDio
Ehilà Gamberone!

Essendo fondamentalmente un reietto tra i suoi simili, non ha colpe se mi capita qualche cazzoamaro. Semplicemente: non ci può fare nulla.
Però è carino: un pensiero me lo dedica sempre.

IlmioDio
Davvero ti ha bruciato la macchina?!
Che figlio di troia!
Musashi (adirato)
Si, però porcoildio.
IlmioDio (triste)
Eddai...
Musashi
Non tu, l'altro.

E poi, va detto che qualche regalo trova il modo di farmelo.

Musashi
[...] dai, dimmi la verità: the pot?
IlmioDio
Acqua.
Musashi
Rape me?
IlmioDio
Naaah! Acqua, acqua.
Musashi
mmmh... volcano?
IlmioDio
Fuochino.
Musashi
NO!! Non mi dire che... de..Li..CATE?!
IlmioDio
Bingo! Piaciuta?
Musashi
Ma te sei un grande!
Come gli sei entrato in testa?!
IlmioDio (arrossendo)
Ha fatto quasi tutto lui! Gli ho solo dato qualche dritta.
Buon compleanno.
Musashi (commosso)
Chebbellapersona!
Grazie - *sniff* - grazie infinite!

Ovviamente, capita anche che scazziamo per un nonnulla o che non ci si senta per mesi. Ma sappiamo che ognuno c’ha le sue beghe e non ce la pigliamo più di tanto.

Tanto poi ci si rincontra.

IlmioDio
Oh, è tardi.
Musashi
Finisco qui e vado. Mancano i link.
IlmioDio
Non puoi farlo domani?
Musashi
Massì, quasi quasi e me ne fotto.
IlmioDio
Bravo, pubblica.
Chiami tu la prossima? Ho finito il credito.
Musashi
Mortaccino.
IlmioDio
Ingrato. Dopo tutto quello che faccio per te.
Vabbeh: bella Earl.
Musashi
Ehilà Gamberone!


*click*
Nella foto: il mio Dio.

venerdì, aprile 13, 2007

Live & love, in math & water.


Postulato
È buffo perdersi in un oceano, se all’80% sei fatto d’acqua.

Teorema
Un pericoloso Maelstrom di realtà affascina quanto la fantasia.

Calcolo
Non senza vari patemi, apprendo informazioni utili su come sono fatto:

- diffidente: odio quando la chimica si burla delle mie seghe mentali.
- Paranoico: detesto perdere il grip sulla situazione.
(soprattutto se curvilinea/ondivaga)
- Distratto: non amo non riuscire a ignorare qualcosa.

Dulcis in fundo, timido: parlo a nastro.
Come una macchinetta.

Quanto c'è nel bicchiere non si sa proprio, ma almeno qualcuno mi saprebbe dire se l'ipotenusa è in salita o in discesa?
In palio ricchi pregi.
Nella foto: un meraviglioso silenziatore.

martedì, aprile 10, 2007

Itaca in be molle.

Ulisse prese la via di casa che erano ormai le 7 del mattino.

A quell'ora nessuna galea pubblica percorreva l'elleniche rotte, così si affidò a qulle zattere di piedi che aveva. Come ogni uomo dopo una notte in bianco, anche l'omerico eroe aveva gli occhi cisposi e le idee confuse.
Quel po' di ambrosia rimasta in circolo svaporava nella luce di un mattino assolato: lui si sentiva lieve come il passo che piano lo riconduceva a Itaca.

Il regno che l'aspettava constava di un cane (che lo avrebbe riconosciuto), un puttanaio di stanza da riordinare tassativamente entro sera e il 20% del cuore di Penelope. Non esattamente il tesoro di Tutankhamon, anzichenò.

- Il 20% in più di quanto mi aspettavo.
Sospirò tra sè e sè, mettendosi una paglia in bocca.

- L'80% in meno di quanto serva.
Precisò Atena dall'Olimpo, in pena per il suo protetto.

- Forse pure troppo. Staremo a vedere.
Concluse Zeus, scoccando un fulmine per far accendere il figlio di Laerte.

Poseidone, irato, se ne stava in disparte.

Lui, da sotto, aspirò con voluttà.
Espirando dal naso, alla James Dean.
Beh, gli Dei sembrerebbero propizi - si disse.

E, tranquillo, riprese il cammino.

giovedì, aprile 05, 2007

Frivolame.

Questo posto è così pieno di ragazze che mi sembra di essere tornato al liceo.

Ci sono tutte le tipologie: ci sono le checcarine, alte al massimo 160cm, esiline come ninfette acquatiche e coll'espressione furbetta. Molto simili sono le cuccudrine, l'unica differenza di questi esemplari rispetto alle precedenti è il vestiario meno casual. Poi arrivano le Kikkemusampa dal musino adorabile, le Stustu dall'alto tacco e le F'kazz che racchiudono tutti i tratti migliori delle altre.

Last but non least come sempre c'è una Lei: Imperiale.
Di nome e di fatto: l'originale figadepaura.
Costei non ha caratteristiche proprie: ne riconosci il passagio dalle altrui reazioni, che sono soggettive e hanno come unico tratto comune l'essere sempre sproporzionate.

Per esempio, io oggi ho preso a testate il muro.
Credetemi: se ne vedono di peggio.

martedì, aprile 03, 2007

Brian Marley.

Il flusso inesorabile degli eventi è una cosa seria.

A guardarlo da fuori, cazzo, incute del rispetto.
Tutto ‘sto affastellamento di vite aggrovigliate,
‘sto Nexus di anime in cerca di,
‘sto cilindrone traslucido.
Immutabile nelle Ere, cangiante di primo acchitto.

A guardarlo da fuori, cazzo, incute del timore.
Tutti dicono e fanno. O hanno già fatto.
Al limite, l’avevano in programma.
E se fossero in te, farebbero.
Fin troppo spesso.

A guardarlo da fuori.
Cazzo.

È che tu in realtà sei dentro.
Per quanto ti sforzi. Ovunque è dentro.
Cangi rimanendo identico.
Dici e fai. E se non l’hai fatto...
...ebbene sì: ce l’hai in programma.

Và così, non pigliartela.

Con te, con gli altri: lascia fottere.
Tanto poi cambia.

Rimanendo uguale.

lunedì, aprile 02, 2007

Any given monday.

Pare che chi si veste di nero non voglia crescere.
...
...

Mi chiedo: centrerà anche l'autopoiesis?